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Roma, 26 giugno 2024 - in occasione della giornata contro il traffico di droga, la Fondazione Di Liegro interviene nel dibattito sulle droghe, forte della sua esperienza con i giovani del territorio.

La relazione annuale del 2024 al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia ha rilevato come 960mila under 19, ovvero 4 studenti su 10, abbiano fatto utilizzo di droga almeno una volta nella vita. Nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 19 anni, 54mila ragazzi riferiscono di aver assunto cocaina nel corso del 2023. Un numero in crescita rispetto agli anni precedenti.

Il contrasto al proliferare delle dipendenze deve svilupparsi su più livelli: repressione delle attività criminali, supporto e percorsi di inclusione per le persone in difficoltà, collaborazione tra pubblico e privato sociale. Lo scenario complessivo è infatti sempre più allarmante.

Roma, 30 gennaio 2023 - Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione per volontari, familiari, youth workers e operatori per la Salute Mentale promosso dalla Fondazione don Luigi Di Liegro e dalla Fondation d'Harcourt, con il sostegno della Regione Lazio. Il corso si terrà nei sabati dal 17 febbraio al 20 aprile. Otto lezioni tenute da esperti che mirano a formare i partecipanti sulle problematiche giovanili, inclusi bullismo e dipendenze, promuovendo una rete di supporto psicosociale.

Sono ogni anno quasi 46.000 bambini e adolescenti tra i 10 e i 19 anni che nel mondo si tolgono la vita, circa 1 ogni 11 minuti. Il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta nella fascia d'età dai 15 ai 19 anni.

In prossimità della Giornata internazionale per la prevenzione del suicidio, che ricorre il 10 settembre e che ha l'obiettivo di per fare luce su un fenomeno responsabile di circa 800.000 morti, una ogni 40 secondi, il quadro che riguarda la situazione psicologica di ragazzi e adolescenti, e le richieste di aiuto è preoccupante.

Se infatti con la pandemia il timore per la salute mentale dei ragazzi è aumentato e secondo l'Istat, nel 2021 in Italia, dove in generale i suicidi sono circa 4mila ogni anno per tutte le fasce d'età, sono 220mila i ragazzi tra i 14 e i 19 anni insoddisfatti della propria vita e, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico, le segnalazioni relative al suicidio non sono mai state così alte come nel 2021.

Sono state quasi 6.000 le richieste d'aiuto arrivate a Telefono Amico Italia da persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un caro. Sono cresciute del 55% rispetto al 2020 e quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia. Il 28% è di under 26. Nel primo semestre 2022 le richieste d'aiuto sono state più di 2.700, il 28% di giovani fino a 25 anni.

Negli ultimi 10 anni gli accessi all'ospedale Bambino Gesù per aver pensato e pianificato il suicidio o averlo tentato sono cresciuti esponenzialmente, con un aumento in particolare del 75% nei 2 anni della pandemia rispetto al biennio precedente. Da 369 casi del 2018-2019 sono passati a 649 del 2020-2021, in media praticamente un caso ogni giorno.

"Le nuove tecnologie - spiega Maurizio Pompili, Professore di Psichiatria presso La Sapienza Università di Roma - danno tanto, anche in termini di prevenzione del suicidio perché si può chiedere aiuto in ogni momento, ma nascondono anche un lato meno positivo, ad esempio relativo al cyberbullismo. Bisognerebbe fare anche una formazione sull'utilizzo dei social network nelle scuole. Parlare della prevenzione del suicidio ma anche delle potenzialità e dei rischi delle nuove tecnologie".

"Il suicidio nei più giovani è un fenomeno di grande impatto, anche perché presenta una fattispecie tutta sua, non necessariamente sovrapponibile alle problematiche dell'adulto - aggiunge Pompili - spesso solo a posteriori appaiono in maniera nitida segnali anticipatori che erano stati in qualche modo criptati. Si dovrebbe fare attenzione se il ragazzo non riesce a seguire le attività scolastiche, non si applica negli sport, è ritirato, ha problematiche somatiche non ben identificabili, fa uso di sostanze in maniera importante. Bisognerebbe, inoltre, istruire i giovani a riconoscere tra i loro pari la persona che ha bisogno d'aiuto".

Photo by Dids: https://www.pexels.com/photo/depressed-female-soaking-in-bathtub-5616298/

Nasce a Roma “CoèSa”, Comunità è Salute - OdV, l’associazione di volontari, psicologi ed educatori che consentirà ai più giovani di lavorare sul territorio a sostegno di chi soffre di problemi di salute mentale. 

Coèsa opererà in via Ostiense, negli spazi della Fondazione Di Liegro che, con la nuova associazione di volontari, punta ad ampliare la rete sul territorio, trasmettendo anche ai più giovani la cultura della solidarietà, della partecipazione civica, mantenendo vivi la memoria e il pensiero di don Luigi. La Fondazione, dedicata al fondatore della Caritas Roma, è da sempre impegnata a supporto delle famiglie e delle persone costrette ad affrontare i problemi del disagio psichico. 

L’attività di Coèsa si svolgerà attraverso sportelli di ascolto, laboratori artistici e di socializzazione dove i ragazzi potranno sostenere i loro coetanei, occasioni di incontro sul territorio per creare sistemi integrati di servizi nella comunità contrastando le condizioni di fragilità e di svantaggio. Obiettivo dell’Organizzazione di volontariato sarà dunque la costruzione e la promozione di una comunità solidale, attiva e coesa. 

"L’Associazione CoèSa nasce dall’esigenza di porre la massima attenzione verso il disagio giovanile, vera emergenza nell’era post-Covid, e di promuovere un presidio sul territorio da parte dei più giovani per i coetanei in difficoltà. Uno studio del Garante dell’Infanzia evidenzia infatti come siano sempre più diffusi casi di giovani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria, autolesionismo, alterazioni del ritmo sonno-veglia, e non da ultimo, di ritiro sociale” spiega la presidente dell’Associazione CoèSa, Marta Zammuto. “Siamo consapevoli del rischio che i problemi della salute mentale di bambini e ragazzi possano diventare cronici e diffondersi su larga scala” conclude Zammuto. 

ADOLESCENZA E PREVENZIONE

Il 27 maggio si è tenuto a Varsavia il convegno "Come garantire e promuovere la salute mentale durante la guerra: valutare e rispondere all'impatto del trauma attraverso lo sviluppo del bambino e dell'adolescenza", organizzato da Telefono Azzurro e Fondazione Child, in collaborazione con World Psychiatric Association per discutere della guerra in Ucraina e dei bambini e adolescenti vittime di questa crisi.

A seguito dell'incontro è stata redatta la 'Dichiarazione di Varsavia', un appello all'azione globale, nonché un impegno a sviluppare un piano d'azione congiunto per affrontare in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo con la guerra, i bisogni di salute mentale dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie.

"I disturbi della salute mentale sono tra le patologie più comuni che colpiscono i giovani - sottolinea il documento - Circa la metà della popolazione mondiale soffrirà di un disturbo mentale a un certo punto della sua vita, con il 75% di questi disturbi che iniziano prima della fine dell'adolescenza e il 50% prima della fine dell'infanzia. La situazione è peggiorata nell'era Covid: almeno il 20% dei giovani ha disturbi dell'umore o d'ansia, per non parlare di altre condizioni. Le visite al pronto soccorso per problemi di salute mentale sono aumentate del 25% o ancora più in alcune comunità, con un drammatico incremento dei tentativi di suicidio e delle overdose.

Otto i punti inseriti nella dichiarazione su salute mentale, guerra e altre crisi:

  1. Impegnarsi pubblicamente per una call-to-action unificata con una campagna di sensibilizzazione globale in risposta alla crisi globale della salute mentale dei bambini e degli adolescenti;
  2. Convocare un vertice globale, coinvolgendo capi di Stato, leader di organismi internazionali, leader aziendali, leader religiosi, scienziati, medici, Ong, centri accademici e altre parti interessate, per sviluppare un piano d'azione internazionale e dettagliato per rispondere alla crescente crisi della salute mentale dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie;
  3. Sviluppare un piano progressivo per la formazione e l'ampia diffusione dei servizi di prevenzione sulla base di dati, valutazioni, pronto intervento e assistenza attualmente disponibili. Questo include uno screening su larga scala dei disturbi mentali a livello di collettività;
  4. Avviare programmi di ricerca innovativi e di alta qualità per sviluppare rapidamente nuovi interventi individuali e di gruppo sulla base di dati, che siano attenti alle culture e accessibili in più lingue. Per rendere l'assistenza alla salute mentale più ampiamente raggiungibile, questi servizi innovativi devono ottimizzare l'utilizzo delle forniture a distanza e on-line, tramite tablet, smartphone e web:
  5. In collaborazione con le aziende tecnologiche e gli innovatori clinici, è necessario avviare tempestivamente lo sviluppo e l'implementazione di nuovi strumenti e tecniche che consentano un'espansione rapida e a distanza dei servizi di salute mentale per bambini e adolescenti. È giunto il momento di utilizzare il metaverso, nonché l'apprendimento automatico e
    l'intelligenza artificiale e altre tecnologie per aumentare l'accesso agli interventi basati sull'evidenza di dati;
  6. Espandere rapidamente i programmi di formazione professionale di alta qualità nel campo della salute mentale per far fronte alla drammatica carenza di professionisti della salute mentale, tra cui psichiatri e psicologi per bambini e adolescenti, assistenti sociali, infermieri, ecc;
  7. Espandere rapidamente un programma di formazione su larga scala per i medici di famiglia e altri professionisti del settore medico per riconoscere gli indicatori di abuso e sfruttamento, e sviluppare sistemi migliori per rispondere alle esigenze dei bambini non accompagnati in tempi di crisi;
  8. Che i governi e le istituzioni private aumentino le risorse a disposizione di psichiatri, psicologi e altri professionisti della salute mentale per espandere i servizi di diagnosi, trattamento e riabilitazione per i bambini in crisi. Ciò dovrebbe includere programmi di tutoraggio, reclutamento precoce e incentivi per intraprendere carriere professionali nei servizi di salute mentale per bambini e adolescenti.

"Noi, un gruppo di professionisti, funzionari governativi e cittadini preoccupati, ci siamo riuniti a Varsavia per riconoscere e affrontare una crisi di profonda ampia in termini di dolore e sofferenza. La crisi più recente è la violenza su larga scala in Ucraina, che ha generato una vera e propria nuova crisi umanitaria in termini di rifugiati - si legge nella premessa del document o- Questo segue la devastazione associata alla pandemia Covid, e al tempo stesso le migrazioni di massa dovute alla povertà e alla violenza in Africa, Asia, Medio Oriente e nelle Americhe. Con decine di milioni di persone in pericolo, si tratta di una crisi globale che non stenta a terminare".

I bambini, "la categoria più vulnerabile della nostra comunità mondiale - continua il documento - stanno soffrendo il peso maggiore di queste crisi internazionali, con un impatto devastante sulla loro salute mentale. È stato detto che 'i bambini sono un terzo della popolazione mondiale e tutto il nostro futuro'. Il futuro del mondo è in pericolo. Anche se non saremo in grado di porre fine a tutte le violenze, alla povertà, alle pandemie e allo sfruttamento, possiamo cambiare il futuro con piani e politiche di ampio respiro, seguiti da azioni per prenderci cura dei nostri bambini nel momento del bisogno".

Photo by Lissaa Spiridonova.

Ansia, paura, preoccupazione per il futuro, aumento dei disturbi alimentari e degli episodi di autolesionismo: 9 studenti su dieci manifestano un forte disagio, alcuni anche importanti criticità per la  loro salute mentale dopo la pandemia. Altrettanti ritengono utile un supporto psicologico a scuola o all'università, di questi oltre uno su 3, il 35%, vorrebbe usufruirne.

Sono i principali risultati di una indagine promossa dalla Rete degli studenti medi, dall'Unione degli universitari e dal sindacato dei pensionati Spi-Cgil, dal titolo "Chiedimi come sto", che ha coinvolto in un mese 30mila studenti delle scuole superiori e universitari, ed è stata condotta dall'Istituto di ricerca Ires dell'Emilia Romagna.

Tornado al disagio, il 28% degli studenti ha dichiarato di avere disturbi alimentari, il 16% dei quali innescati dalla pandemia, mentre il 14,5% ha avuto esperienze di autolesionismo, la metà in coincidenza con il periodo della pandemia. Il 10% ha assunto sostanze e il 12% ha abusato di alcol.

La pandemia ha prodotto anche un cambiamento dei comportamenti e delle abitudini, con l'aumento dell'uso dei social (78%), dei videogiochi (30,7%) e del fumo (18%). Sono invece diminuiti gli incontri con gli amici, sia online che in presenza (48%) e la cura del proprio aspetto fisico (37%). Il 64% ha subito un cambiamento dei ritmi del sonno. Il 26,2% degli intervistati si è già rivolto a un servizio di supporto psicologico nel corso dell'emergenza sanitaria.

Photo by Andrea Piacquadio on Pexels.

I disturbi mentali tra i minori sono a rischio cronicità. L'allarme è stato lanciato dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza (Agia). "I problemi del neurosviluppo e della salute mentale di bambini e ragazzi manifestatisi durante la pandemia rischiano di diventare cronici e diffondersi su larga scala", ha affermato la Presidente Agia, Carla Garlatti.

La scorsa settimana il Garante per l'infanzia e l'adolescenza ha pubblicato lo studio "Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi" , promosso con l'Istituto superiore di sanità (ISS), con la collaborazione del Ministero dell'istruzione. La ricerca, la prima scientifica a valenza nazionale individua tra le patologie: comportamento alimentare, tentato suicidio e suicidio,  autolesionismo.

Per la ricerca sono stati ascoltati oltre 90 esperti tra neuropsichiatri infantili, pediatri, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti e docenti. I professionisti interpellati - viene spiegato - hanno riferito di disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo, alterazioni del ritmo sonno-veglia e ritiro sociale.

In ambito educativo, poi, sono stati riscontrati disturbi dell'apprendimento, dell'attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico.

È stato inoltre riportato un aumento delle richieste d'aiuto per l'uso di sostanze psicoattive, cannabinoidi e alcool, mentre i minori migranti non accompagnati hanno manifestato difficoltà nella gestione dell'isolamento e della quarantena nelle strutture di accoglienza.

Più in generale la pandemia ha provocato quella che i professionisti interpellati dall'équipe di ricerca hanno definito una vera e propria "emergenza salute mentale". È stata infatti registrata un'impennata delle richieste di aiuto alla quale in molti casi sono corrisposte inadeguatezza e iniquità di risposte che hanno fatto emergere carenze e ritardi strutturali precedenti al coronavirus.

Bambini, ragazzi e famiglie si sono trovati spesso costretti a rivolgersi ai privati con impegni economici rilevanti e difficilmente sostenibili, che hanno aumentato le disuguaglianze. Allo stesso tempo il lockdown ha fatto scoprire il  potenziale della telemedicina applicata alla salute mentale, ma occorre investire rapidamente in formazione degli operatori e in tecnologie specifiche per assistere bambini e ragazzi.

A fronte di questo scenario di disturbi mentali tra i minori l'Autorità garante ha formulato una serie di raccomandazioni. "Tra di esse c'è innanzitutto la necessità che le azioni di programmazione, prevenzione e cura superino la frammentarietà regionale e locale. La fase post pandemica può essere un'occasione straordinaria per farlo e in generale per migliorare il sistema. Ma non c'è tempo da perdere".

"Vanno previste - ha affermato la Presidente Carla Garlatti - adeguate risorse per i servizi, fornite risposte specifiche in base all'età, va garantito un numero di posti letto in reparti dedicati ai minorenni e istituiti servizi di psicologia scolastica in modo da attivare un collegamento tra scuola e territorio. È altrettanto importante operare un cambiamento culturale intervenendo sul ruolo educativo e sulla promozione del dialogo intergenerazionale".

La ricerca è durata un anno e proseguirà per altri due, coinvolgendo fino a 35.000 minorenni dai 6 ai 18 anni nelle cinque regioni coinvolte nello studio. A validarla un comitato, presieduto dal professor Paolo Petralia e composto da autorevoli rappresentanti del mondo scientifico, accademico e delle professioni psico-sociali.

Photo by RODNAE Productions from Pexels

In Italia i disturbi neuro-psichici dell'età evolutiva colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi. Fattori di rischio comuni e componenti genetiche, neuro-biologiche e ambientali trasversali ed età specifiche possono infatti interferire con il processo del neuro-sviluppo (quel complesso periodo che fin dal concepimento ai primi 1.000 giorni e poi fino alla giovane età adulta), modificando lo sviluppo del cervello molto precocemente, compromettendo le reti neurali che sottendono alla maturazione delle funzioni adattive, motorie, comunicative, di apprendimento, alle emozioni e al comportamento. Gli effetti di tali modifiche possono essere evidenti fin dai primi anni di vita, comportando l'insorgenza di disturbi come l'autismo, i disturbi del linguaggio e dell'apprendimento, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, l'epilessia. Oppure rendersi evidenti in adolescenza, con disturbi psichiatrici, come la schizofrenia e la depressione.

Promuovere la salute e la salvaguardia del neuro-sviluppo è dunque cruciale nel determinare la buona salute fisica e mentale degli individui, così come lo è nella genesi e nelle possibilità di cura dei disturbi neurologici, psichiatrici e neuro-psicologici dell'infanzia e dell'adolescenza. Con questo obiettivo la SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) ha lanciato lo scorso 11 maggio, in occasione dei 50 anni dalla sua fondazione e nell'ambito della Settimana Europea di Sensibilizzazione sulla Salute Mentale 2022, la Giornata Nazionale per la Promozione del Neuro-sviluppo.

"Servono interventi mirati e attenti per la promozione del Neuro-sviluppo - ha spiegato la professoressa Elisa Fazzi, Presidente della  SINPIA e direttore della U.O. Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia - per incrementare i fattori protettivi e diminuire l'impatto dei fattori di rischio. Interventi direttamente a supporto di un armonico sviluppo emotivo, motorio, linguistico, cognitivo, sociale dalla nascita all'adolescenza, e poi interventi a supporto delle situazioni di vulnerabilità familiare, maggiore attenzione in tutti gli ambienti e nei contesti di vita in cui i bambini ed i ragazzi crescono e molto altro. Serve infine garantire interventi mirati quando sono presenti segni di rischio di disturbi del neuro-sviluppo. Sempre più ricerche - ha concluso Elisa Fazzi - evidenziano infatti come un positivo neuro-sviluppo, dal concepimento alla giovane età adulta, sia fondamentale nel determinare la buona salute fisica e mentale degli individui".

Photo by Mohamed Abdelghaffar from Pexels.

Un genitore su tre fatica a riconoscere l'obesità del proprio figlio. Questo è ciò che emerge, principalmente, dai nuovi dati  dello studio internazionale ACTION TEENS, condotto in dieci paesi nei vari continenti, Italia inclusa, e presentato il 6 maggio da Novo Nordisk al Congresso Europeo sull'Obesità 2022.

L'obiettivo primario dello studio, che ha coinvolto circa 13.000 persone, di cui oltre 5.000 bambini e adolescenti con obesità, 5.400 genitori e caregiver, e più di 2.000 operatori sanitari, era quello di identificare le percezioni, le attitudini, i comportamenti e gli ostacoli per la cura dell'obesità e capire in che modo questi fattori influenzino la sua gestione.

I nuovi dati evidenziano che l'obesità pediatrica ha un notevole impatto sulle aspettative di vita di chi ne è affetto: infatti, il rischio di morte prematura triplica nei bambini con obesità rispetto ai bambini che hanno un indice di massa corporea (BMI) nella norma.

I genitori di bambini con obesità faticano a riconoscerla e spesso sottovalutano la gravità della malattia, convincendosi che si risolverà con la crescita, aspettativa quest'ultima assolutamente non supportata dalle evidenze scientifiche.

Purtroppo, invece, sottovalutare questa malattia in bambini e adolescenti porta a complicanze già in giovane età, con lo sviluppo di malattie croniche come problemi di salute mentale, disturbi cardiaci, diabete di tipo 2, nonché alcuni tumori e problemi a scheletro e articolazioni.

Dallo studio, infine, emerge la necessità di migliorare i percorsi di formazione di medici e operatori sanitari nella gestione e nella cura dell'obesità come malattia cronica. Secondo i dati raccolti risulta, infatti, che l'87 per cento ritiene di non aver avuto una formazione adeguata su questa malattia. 

"L'obesità è una malattia cronica che tende a recidivare e nel tempo può complicarsi con lo sviluppo di altre malattie, ma se trattata con serietà, tempo, dedizione e impegno si può curare - ha spiegato Claudio Maffeis, Past President della Società  Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica - In Italia i dati più recenti dell'indagine Okkio alla Salute ci dicono che purtroppo siamo tra i paesi europei con i valori più elevati di sovrappeso e obesità nella popolazione in età scolare, risulta infatti che la percentuale di bambini in sovrappeso è del 20,4 per cento e di bambini con obesità del 9,4 per cento, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4 per cento".

Photo by Milan from Pexels.com

Gli effetti del Covid sui bambini e ragazzi, tra distanziamento sociale, perdita di routine, ansia e incertezza legata alla malattia, fino alla paura dei genitori e alle difficoltà generate dalla didattica a distanza hanno reso necessario intervenire sulla sfera emotiva e sociale degli studenti, specialmente su quelli delle classi di Terza Media, che hanno iniziato la scuola secondaria poco prima dell'inizio della pandemia.

Il progetto si basa sull'approccio dell'educazione tra pari, una strategia efficace di prevenzione e promozione della salute mentale. Coinvolgendo studenti, insegnanti e psicologi, l'obiettivo è migliorare il benessere psicofisico e relazionale dei bambini, potenziando autostima, fiducia e senso di sicurezza. L'educazione tra pari, che prevede la trasmissione orizzontale di conoscenze all'interno di un gruppo, favorisce poi lo scambio tra compagni di classe, offrendo supporto tra coetanei.

Ogni classe sviluppa un percorso durante 10 incontri di gruppo della durata di 2 ore ciascuno, programmati a distanza di 2 settimane l'uno dall'altro.

L'attenzione è posta sullo sviluppo di competenze emotive e sociali come la conoscenza e la regolazione delle emozioni, la capacità di assumere il punto di vista dell’altro, l’empatia, l’auto-efficacia, la comunicazione assertiva, che sono alla base di rapporti inter-personali funzionali e inclusivi.

L'approccio pratico, con attività come il role-playing, focus-group e l'utilizzo di tecniche di mindfulness, è integrato con la riflessione cognitiva per favorire la coesione di gruppo e il benessere psicosociale.

Grazie al positivo clima relazionale costruito, i ragazzi affrontano tematiche quali l’accettazione corporea, l’orientamento sessuale, la condivisione di alcune esperienze di vita complesse, la difficile comunicazione con il mondo degli adulti e il giudizio percepito, l’autostima e la valorizzazione di sé.

Ascolto, orientamento e informazione per i
Problemi di
Salute Mentale
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