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Giovani e dipendenze. Vecchie e nuove

Giovani e dipendenze: ogni settimana una nuova sostanza psicoattiva appare nel mercato delle droghe. L’osservatorio europeo che monitora questa materia (EMCDDA) alla fine del 2018 aveva contato, sulla base dei sequestri effettuati nel continente, circa 800 nuove molecole sintetiche. Cifra che coincide grosso modo con quella diffusa dalle Nazioni Unite (892).

Ma un altro dato è invece in contrasto con le agenzie internazionali ufficiali, come ha illustrato lo psichiatra Alessandro Vento, presidente dell'associazione Osservatorio sulle dipendenze. Viene dall’NPS Finder, un web-crawler progettato e realizzato da un team di operatori della salute mentale di una Asl romana per identificare automaticamente le nuove sostanze psicoattive lanciate in rete. Nel primo periodo pilota di 18 mesi ne sono state intercettate ben 4.000; molecole che possono causare alterazioni neurobiologiche tali da indurre disturbi psichici associati ad aggressività auto o etero diretta. Lo psichiatra Alessandro Vento, uno dei realizzatori del progetto, lo ha illustrerà nel suo intervento al convegno.

L’universo della tossicodipendenza si è trasformato profondamente, anche se la sua rappresentazione resta quella di generazioni passate. Attenzione, le vecchie droghe ci sono ancora (la cannabis è sempre quella più diffusa), ma viene aumentata costantemente la loro potenza e il poli-abuso, cioè l’uso concomitante di più sostanze, è diventato la regola.

Distinguere tra droghe leggere e pesanti non ha più molto senso. La psichiatra Marta Di Forti del King’s College di Londra, relatrice del convegno, ha condotto una ricerca su 900 pazienti provenienti da 11 località europee che ha dimostrato l’incidenza dell’uso della cannabis ad alta potenza negli esordi psicotici, un dato che ha importanti implicazioni per la salute pubblica.

Il rapporto dei giovani e dipendenza dall’alcol, spesso associato all’assunzione di sostanze in una sorta di nuova “cultura del bere”, è stato il tema dell’intervento di Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità.  Nell’ottica di una necessaria e possibile prevenzione.

Il convegno aprirà poi un ampio sguardo sulle nuove epidemie: le dipendenze non farmacologiche che minacciano la salute mentale dei nostri adolescenti, dalla sindrome di astinenza da internet all’abuso di interattività che stronca i rapporti interpersonali, fino all’Hikikomori, il ritiro sociale di adolescenti, spesso molto intelligenti, che si isolano sempre di più fino ad abbandonare la scuola e chiudersi in casa, passando ore davanti allo schermo del computer. Fenomeno nato negli anni ‘80 in Giappone e in grave diffusione anche in Italia.

Dietro queste realtà, una generazione che non guarda più né al passato né al futuro, ferma in un presente assoluto, vissuto nella ricerca del massimo sballo. Mentre gli adulti appaiono in preda a una crisi di autorevolezza che depotenzia ogni tentativo di sostegno ai giovani in dipendenza.

Il titolo del convegno sottolinea il ruolo determinante del servizio pubblico nella battaglia in favore della salute mentale dei giovani a cui la Fondazione Di Liegro da tempo dà il suo sostegno. Ne va del futuro di tutti.  Servono un ripensamento e una riorganizzazione dei servizi, servono nuovi investimenti. “Risposte integrate al disagio giovanile: una sfida per i servizi del futuro” è il titolo della tavola rotonda che ha concluso il convegno.

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