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In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e l’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà (INMP) hanno firmato un protocollo d'intesa per potenziare la tutela della salute di minori, donne e famiglie con background migratorio.

L'accordo tra Unicef e INMP punta a:

I bambini e adolescenti rifugiati e migranti e le loro famiglie corrono spesso maggiori rischi per la salute e devono affrontare una serie di ostacoli per accedere a un’assistenza sanitaria di qualità. Molti vivono anche gravi difficoltà emotive dovute al trauma del viaggio e, molte volte, ad abusi e sfruttamento, compresa la violenza sessuale e di genere. La pandemia globale da COVID-19 ha inoltre aggravato ulteriormente queste sfide.

È necessario "far sì che il loro diritto alla salute sia garantito - ha affermato Anna Riatti, coordinatrice UNICEF - anche dando loro accesso a informazioni e servizi di qualità per affrontare il loro percorso nel modo più sicuro possibile. La questione diventa ancora più rilevante se si considerano gli effetti che la pandemia ha sulla salute mentale e sul rischio di violenza di genere”.

L'intesa ha quindi come obiettivo "un equo accesso alla salute da parte di persone altamente a rischio di esclusione sociale, con possibili gravi conseguenze sulla loro salute ma anche con una ricaduta negativa sull’intera società - come ha spiegato la direttore generale INMP, Concetta Mirisola - Quando si tratta di giovani, in particolare, le conseguenze si perpetuano nel tempo, con costi incalcolabili di tipo economico ma anche, e soprattutto, di tipo sociale, e questo non è accettabile”.

Fondazione Di Liegro: sosteniamo e diamo dignità a persone esposte alla solitudine e all’abbandono.

Photo by Ahmed akacha from Pexels

Al via una ricerca sulla salute mentale dei minorenni ai tempi del Covid-19 promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e il Ministero dell’istruzione. Si tratta della prima iniziativa a carattere scientifico su scala nazionale di durata triennale con tre step intermedi che mira a offrire un quadro esaustivo e rappresentativo della situazione.

È previsto uno studio epidemiologico a carattere campionario che coinvolgerà fino a 7.500 minorenni suddivisi in tre fasce di età: 6-10, 11-13 e 14-18 anni. Sarà garantita un’adeguata rappresentatività di scuole rurali e urbane di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Sicilia. Stamattina si è insediato il comitato scientifico del progetto. Nella cabina di regia è coinvolto anche il Ministero dell’istruzione.

Saranno raccolte le buone pratiche sperimentate per la sensibilizzazione dei genitori e della popolazione nonché le strategie per la promozione della salute mentale nelle scuole. Nel report finale saranno inserite le raccomandazioni dell’Autorità garante a Governo e altre istituzioni per dare una risposta a un problema che si presenta con caratteristiche preoccupanti.

“Sono arrivati numerosi segnali d’allarme a proposito di casi di disagio, autolesionismo, disturbi alimentari scorretti, dipendenze da alcol o droghe fra i minorenni, provenienti spesso da alcuni dei principali reparti di neuropsichiatria infantile italiani, che impongono un approfondimento. Questo progetto vuol comprendere in maniera scientifica quanto sia esteso e profondo il fenomeno e capire in generale cosa si può fare per affrontarlo efficacemente” osserva l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti.

L’Autorità promuove l’attuazione della Convenzione di New York e degli altri strumenti internazionali in materia di promozione e di tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, la piena applicazione della normativa europea e nazionale vigente in materia di promozione della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, nonché del diritto dei minorenni ad essere accolti ed educati prioritariamente nella propria famiglia e, se necessario, in un altro ambito familiare di appoggio o sostitutivo. È un organo monocratico, dotata di poteri autonomi di organizzazione e indipendenza amministrativa e senza vincoli di subordinazione gerarchica.

Dal sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza

"Ogni anno sono circa 650.000 i ricorsi al pronto soccorso per motivi psichiatrici. È evidente che sarebbe impossibile  immaginare un numero equivalente di persone da sottoporre a stretta vigilanza per eventuali comportamenti violenti, ma di certo c'è da interrogarsi sulle connessioni che possono esistere tra questo primo presidio di intervento sanitario e i percorsi attivati successivamente". Come riporta l'Agenzia Dire, a sostenerlo è Fabrizio Starace, presidente della Società italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep), intervenuto nei giorni scorsi ai microfoni di Radio24 per riflettere sulla condizione della salute mentale in Italia. Una riflessione che prende spunto dal triplice omicidio avvenuto ad Ardea, domenica scorsa, in cui due bambini e un anziano sono rimasti vittime dei colpi di pistola esplosi da un 34enne con problemi psichici.

"Le disuguaglianze territoriali nel nostro Paese sono marcatissime e addirittura intollerabili - ha aggiunto Starace - specie quando si considera che l'assistenza psichiatrica non è come un intervento chirurgico del quale una persona può fruire spostandosi da una regione all'altra e andando in un centro di eccellenza. È un'assistenza che si fonda nella comunità di riferimento, volta al reinserimento, alla reinclusione".

Il problema è "una malintesa percezione della psichiatria che - ha spiegato ancora il presidente Siep - continua a essere considerata in termini prestazionali, ossia di visita ambulatoriale, elicitazione di sintomi ed eventuale somministrazione di uno psicofarmaco. Ma questa non è la salute mentale di comunità prevista dalla norma, unico strumento utile per accompagnare e sostenere le persone in difficoltà ma anche per prevenire condizioni estreme ed esacerbazioni comportamentali". Basti pensare che "anche dopo un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) non c'è continuità della cura - ha aggiunto Starace-  solo il 30% delle persone a cui viene fatto un TSO viene visto nei 14 giorni successivi alla dimissione di un ricovero. Probabilmente per problemi di dotazione e organizzazione nei vari territori".

Una fotografia in bianco e nero quella della salute mentale italiana quella scattata da Starace. Ma che potrebbe colorarsi con l'aiuto del Recovery fund. "Se facessimo un salto in avanti di 6-7 anni e ci trovassimo già nelle condizioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, con case di comunità e centri dove gruppi di medici di medicina generale si alternano a gruppi di medici della continuità assistenziale, avendo la possibilità di intercettare loro stessi le condizioni di disagio e di dare continuità al trattamento - ha affermato - allora evidentemente i fatti di Ardea avrebbero assunto altre caratteristiche".

Quali strumenti è necessario mettere in campo? "Quelli previsti dalla norma, prima ancora che nel Pnrr - ha aggiunto  Starace - quelli che prevedono Centri di Salute Mentale diffusi su tutto il territorio, aperti h24 in modo da poter intercettare queste forme di disagio in qualsiasi momento, con equipe multidisciplinari proiettate verso la comunità, verso l'aiuto alle famiglie. C'è un'azione di sistema da mettere in campo: bisogna essere presenti, proattivi, uscire da ambulatori e ospedali, andare a casa delle famiglie, incontrare la sofferenza e le difficoltà, evitando così che si manifestino forme estreme".

Nella salute mentale "non abbiamo bisogno di tecnologie sofisticate ma abbiamo bisogno di tecnologia umana, di persone competenti e motivate che svolgano questo lavoro. Dal disturbo mentale ci si riprende - conclude il presidente Siep - a patto che si intervenga precocemente e in maniera appropriata, secondo i percorsi di cura definiti dal Ministero e con continuità nel tempo".

La notizia sul sito dell'Agenzia Dire

Photo by Raphael Brasileiro from Pexels

Finalmente liberi, finalmente la normalità. Sì, ma come stiamo? E la domanda che ci si pone nel ritorno alla socialità di queste ultime settimane. Al momento le regioni in zona bianca sono 12, più la provincia autonoma di Trento: in pratica oltre 40 milioni gli italiani, circa due cittadini su tre, vivono con le restrizioni anti-Covid ridotte al minimo. Eppure non è scontato che tutto sia rose e fiori.

Come ha spiegato all'Agenzia Dire lo psichiatra Carlo Valitutti, si può notare "da parte delle persone un disagio maggiore  rispetto a quanto successo dopo il primo lockdown. Paradossalmente, se da una parte è vero che c'è voglia di libertà, dall'altra in molti non si lasciano poi andare così tranquillamente all'idea di ricominciare a frequentare palestre o piscine, per esempio. Questo è quello che in realtà si avverte al di là di quello che si potrebbe pensare vedendo bar e ristoranti aperti".

Insomma, più di qualcuno sta vivendo con un certo disagio il tanto desiderato ritorno alla vita. Secondo Valitutti si è creato uno scollamento tra la necessità di tutelare la salute e il bisogno di riprendere le attività economiche e lavorative che è andato ad aumentare mese dopo mese, creando "nelle persone confusione e perdita di senso critico".

Per quanto agognati, insomma, l'accelerazione nel ritmo delle vaccinazioni e il calo dei contagi (e dei morti) si sono tradotti in un distacco tra la velocità del tempo esterno e la necessità di lentezza del tempo interno. "La velocità delle riaperture associata a una voglia di tornare alla normalità ha paradossalmente creato più confusione - ha aggiunto Valitutti - Ci sono persone che invece di essere felici della ripartenza hanno iniziato ora ad avere dei dubbi che forse avrebbero dovuto avere prima, in piena pandemia. Secondo una dinamica che sarà capitata nel quotidiano di molti di noi, persone abituate a usare la ragione, "si sono lasciate andare andare a valutazioni catastrofiste", incontrando e ponendo ostacoli alla propria normalità.

Ma una soluzione c'è, secondo lo psichiatra: l'esercizio del proprio senso critico. "Serve per pensare che stiamo vivendo un
momento necessario per salvaguardarci e necessario anche per il futuro - afferma Valitutti - Così come servirà l'idea che non siamo onnipotenti, che non possiamo risolvere tutto in un determinato modo ma che dobbiamo rispettarci e rispettare quello che ci circonda. Il virus ci ha rimandato il nostro limite".

Il laboratorio espressivo prevede per i partecipanti l’esperienza di un percorso creativo, suddiviso in tre incontri, che collegherà tra loro diverse tecniche espressive della fotografia e della scrittura. Il percorso intende muoversi come dentro una “matrioska”, vivendo mano a mano una scoperta dentro un’altra, passando per immagini, scrittura e tecniche specifiche come il caviardage e il cut-up. I partecipanti faranno infatti esperienza di un processo composto da più livelli che interagiscono tra loro: partendo da una prima tecnica espressiva, si creerà il materiale artistico utile alla sperimentazione successiva e così via, fino ad un prodotto visivo finale stratificato. Il lavoro si svolgerà in piccolo gruppo (massimo 10 partecipanti). Il laboratorio espressivo sarà condotto ad ogni incontro da due esperte dello specifico strumento/mediatore artistico utilizzato, garantendo però stabilmente la presenza di una terza figura, che avrà la funzione di gestire e offrire supporto ai partecipanti per quanto riguarderà gli aspetti tecnici. Gli incontri si svolgeranno online, sulla piattaforma Zoom, ed inoltre verranno forniti strumenti digitali utili al lavoro di gruppo (come ad esempio la "lavagna" condivisa). REQUISITI: Per partecipare non è necessaria una conoscenza tecnica della fotografia o della scrittura. Basteranno un pizzico di buona volontà e un computer per connettersi alla nostra aula digitale! PERCORSO ESPERIENZIALE IN 3 INCONTRI - il Venerdì dalle 15:30 alle 17:30 21 maggio - IMMAGINI IN DIALOGO "Ogni fotografia, anche la più apparentemente banale, racchiude e racconta una storia, mille storie, tante quante sono i diversi occhi che la osservano". Dentro ogni immagine si nascondono e si mescolano diversi strati e significati, che possono venire alla luce solo tramite lo sguardo di chi le osserva. Partendo dall'utilizzo di immagini fotografiche, i partecipanti avranno modo di conoscersi, confrontarsi e mettere in luce la propria soggettività e punto di vista, facendo della diversità degli sguardi un punto di forza. 28 maggio - SCRITTURA CREATIVA La scrittura è una scoperta, che può diventare uno strumento condiviso per esplorare la sensibilità, la fantasia e la visione del mondo di ognuno. Approfondendo le tematiche emerse nel primo incontro, si farà un lavoro di de-costruzione delle immagini attraverso esercizi di scrittura creativa in gruppo, promuovendo cooperazione e condivisione tra i partecipanti. Tale lavoro porterà alla creazione di un breve racconto di fantasia. 4 giugno - CANCELLATURE POETICHE Il caviardage è un metodo di scrittura poetica ed espressiva che aiuta a creare componimenti e pensieri, partendo non da una pagina bianca, ma da testi già scritti. Partendo dal materiale prodotto durante l'incontro di scrittura creativa, ogni partecipante avrà così modo di sperimentare, individualmente, questa particolare tecnica di scrittura/cancellatura. Per informazioni e prenotazioni: Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Via Ostiense, 106 – ROMA 066792669 – 0693572111 laboratori@fondazionediliegro.it Scopri i laboratori di arte terapia e socializzazione della Fondazione Di Liegro La pagina Facebook di Apertura 22

Secondo il Rapporto sul benessere equo e sostenibile 2020 dell’Istat, peggiora il benessere mentale tra gli anziani e tra i residenti in Lombardia, Piemonte e Campania. Il BES fornisce annualmente un’analisi dei progressi e delle criticità delle dimensioni del benessere in Italia. Nell’anno della pandemia, l’analisi dell’indice di salute mentale assume un rilievo particolare.

L’Istituto di statistica segnala come la variazione generale per il totale della popolazione rispetto al 2019 non sia significativa, forse perché nelle prime fasi dell’epidemia la valutazione delle proprie condizioni di salute è stata influenzata dalla relativizzazione del proprio stato psico-fisico in confronto a quello di altre persone in situazioni peggiori e dal ruolo importante svolto dal contesto familiare che ha permesso di mantenere un clima di serenità nella maggior parte delle famiglie.

Emergono però tendenze differenti in sottogruppi di popolazione. Peggiora la situazione delle persone di 75 anni e più sia tra gli uomini, sia tra le donne; tra gli uomini di questa età cala di 1 punto, (che diventano -2 punti per i residenti nel Nord), tra le donne il calo si osserva anche tra quelle di 65-74 anni (-1,7).

Le condizioni di maggiore isolamento vissuto durante il 2020 hanno condizionato soprattutto la salute mentale delle persone sole nella fascia di età 55-64, anche qui soprattutto al Nord. Anche tra le giovani donne di 20-24 anni, tuttavia, il punteggio cala di oltre 2 punti rispetto all’anno precedente.

Peggiora l’indice di salute mentale in Lombardia, Piemonte e Campania che presentano i valori più bassi insieme al Molise. I differenziali di genere si ampliano, con condizioni più sfavorevoli per le donne (66 contro 71,1). Le condizioni di benessere mentale si deteriorano al crescere dell’età, con una differenza di circa 10 punti tra il punteggio dei più giovani e dei più anziani.

Si ferma l’evoluzione positiva della speranza di vita. Il capitolo salute rileva in particolare che l’evoluzione positiva della speranza di vita alla nascita tra il 2010 e il 2019, pur con evidenti disuguaglianze geografiche e di genere, è stata duramente frenata dal Covid-19 che ha annullato, completamente nel Nord e parzialmente nelle altre aree del Paese, i guadagni in anni di vita attesi maturati nel decennio.

L’Indice di salute mentale è una misura di disagio psicologico (psychological distress) ottenuta dalla sintesi dei punteggi totalizzati da ciascun intervistato con età superiore ai 14 anni ai quesiti riferiti alle quattro dimensioni principali della salute mentale (ansia, depressione, perdita di controllo comportamentale o emozionale e benessere psicologico). L’indice varia tra 0 e 100, con migliori condizioni di benessere psicologico al crescere del valore dell’indice.

Photo by Matthias Zomer from Pexels

Se hai almeno 18 anni e sei figlio/a di genitori che vivono o hanno vissuto l'esperienza della sofferenza mentale, desideriamo conoscere e dare voce alla tua esperienza.

Rispondendo a un questionario completamente anonimo, potrai aiutarci a portare avanti il progetto Share4Carers e a rendere questo argomento più conosciuto. Le tue risposte, insieme a quelle di altri figli e figlie di altri Paesi europei, ci aiuteranno a comprendere la situazione in Europa e saranno il punto di partenza per produrre raccomandazioni per policymaker, istituzioni, professionisti e altri stakeholder.

Se desideri partecipare, clicca su questo link:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdvSKjDdKVFhc0j9-JRaFucHMMsl0voStL16UF1X06_DgfTJQ/viewform?gxids=7628

e lascia per favore il tuo indirizzo e-mail. Nelle prossime settimane riceverai il questionario nella tua casella di posta elettronica. Per assicurarti di riceverlo, controlla anche la cartella Spam/Posta Indesiderata.

COMIP (Associazione di Promozione SocialeChildren of Mentally Ill Parents) e Fondazione Don Luigi Di Liegro, insieme a partner da altri paesi europei di Turchia, Belgio e Grecia, stanno portando avanti Share4Carers, un Progetto Erasmus+ per condividere buone pratiche per il supporto dei figli di genitori con problemi di salute mentale in Europa.

L'ambizione del progetto Share4Carers è produrre raccomandazioni che contribuiranno a promuovere la resilienza e un esito positivo nei figli di genitori con disturbi psichici e nelle loro famiglie, accelerando l'adozione di pratiche di psicoeducazione in tutta Europa coinvolgendo organizzazioni di pazienti e familiari, professionisti e caregiver nello sviluppo delle buone pratiche stesse.

Grazie per aiutarci a sensibilizzare sui "Forgotten Children", i Figli Dimenticati, e a fare advocacy per prevenzione e supporto!

Per saperne di più sul progetto

Photo by cottonbro from Pexels

Sono numeri drammatici quelli emersi la scorsa settimana nel corso del XXII congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia. È stato infatti stimato che nei prossimi mesi possano emergere fino a un milione di nuovi casi di disagio mentale, a causa della pandemia.

Un’onda che colpisce sia chi ha avuto esperienza diretta con il COVID-19, sia chi vive le conseguenze delle misure di contenimento del contagio. L'incidenza di sintomi depressivi in chi è venuto a contatto col virus fa registrare una probabilità fino al 32% più elevata (10% per chi ha subito un lutto a causa della pandemia), tanto che si stima nei prossimi mesi possano emergere fino a 800 mila nuovi casi di depressione.

A questi si potrebbero aggiungere 150mila i nuovi casi di depressione causati dalla disoccupazione. Il rischio raddoppia infatti in chi ha un reddito inferiore ai 15mila euro all'anno e triplica in chi è disoccupato.

Il disagio si manifesta con ansia o insonnia, disturbo post-traumatico da stress (per chi è stato contagiato) e disordine ossessivo-compulsivo. Le categorie più a rischio sono le donne (più predisposte alla depressione e più toccate dalle ripercussioni sociali e lavorative), i giovani (che hanno visto modificarsi la loro vita di relazione e patiscono gli effetti della crisi sull'occupazione) e gli anziani (più fragili di fronte ai contagi e disturbi mentali).

Ecco perché si parla ormai di sindemia, cioè la presenza e le conseguenze sulla salute di una interazione fra malattia e fattori sociali, ambientali o economici. Nel contesto del COVID-19, le condizioni di fragilità sanitaria, emotiva, sociale non sommano, ma moltiplicano esponenzialmente le loro conseguenze negative sul benessere psicofisico della popolazione.

Anche in durante il lockdown e le misure per il contenimento del virus, la Fondazione Di Liegro ha sempre mantenuto attivo il SOSS-Servizio di Orientamento e Supporto Sociale. Chiamando lo 06 6792669 o scrivendo a supportosociale@fondazionediliegro.it, le persone che vivono l’esperienza del disagio psichico e i loro familiari possono ottenere ascolto e informazioni sull’accesso ai servizi di salute mentale e alle risorse presenti sul territorio di Roma.

Photo by Alan Cabello from Pexels

Svolgere il Servizio Civile presso la Fondazione Di Liegro è un’opportunità per impegnarsi alla cittadinanza attiva, un'occasione per accrescere il proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, assicurando, al tempo stesso, un riconoscimento economico.

Cerchiamo giovani che amino la comunicazione e la relazione, che vogliano fare squadra per un progetto concreto, che siano interessati all'empatia e all'ascolto, in particolare nell’ambito del benessere psicosociale.

Se ti sei appena laureato, se non lavori e hai voglia di dedicare parte del tempo alla tua comunità, il Servizio Civile presso la Fondazione Di Liegro ti offre una significativa esperienza educativa e formativa.

I volontari del Servizio Civile presso la Fondazione Di Liegro contribuiranno all’organizzazione, al supporto e alla comunicazione delle attività formative rivolte a cittadini, volontari e familiari, del Servizio telefonico di Ascolto e Orientamento, e a quelle dei Gruppi di auto aiuto per il sostegno alle famiglie di persone con disagio psichico e dei laboratori di socializzazione e arte terapia.

La formazione dei volontari è orientata in particolare alla considerazione della “persona con disagio”, in quanto “persona che, in una determinata fase della sua vita, è attraversata da un problema psichico”.

Impegno, valori e futuro sono i cardini del Servizio Civile Universale. Princìpi a cui si ispirano le attività e i progetti della Fondazione Di Liegro. Il nostro obiettivo è quello di formare cittadini consapevoli del proprio ruolo all’interno della comunità locale, che siano portatori di una visione della società basata sull’attenzione ai diritti e ai bisogni delle persone più fragili del tessuto sociale.

Il progetto della Fondazione Di Liegro è “Dalla solitudine all’inclusione” e rientra nel programma della ASL RM2 “Accudiamo i più fragili” (codice programma PMCSU0011220010007GXXX). Scarica la locandina del programma.

Tutti i progetti del programma "Accudiamo i più fragili"

DALLA SOLITUDINE ALL’INCLUSIONE
CODICE PROGETTO: PTXSU0011220010025GXXX

Obiettivo generale del progetto è quello di promuovere e implementare l’attivazione di risorse all’interno della rete sociale di appartenenza delle persone con disagio psichico e dei loro familiari.

Obiettivi specifici:

  • Accogliere, informare, orientare e sostenere le persone
  • Supportare i progetti terapeutico-riabilitativi degli utenti dei servizi territoriali
  • Promuovere una cultura della salute mentale
  • Coadiuvare i servizi territoriali
  • Favorire il miglioramento delle strategie di coping, l’incremento dei livelli di autoefficacia e di empowerment dei familiari
  • Incentivare interventi di prevenzione del disagio e promozione della salute in adolescenza

Scheda progetto

IL COLORE DELLA LUNA: VISIONI DI INCLUSIONE CIVIL-MENTE POSSIBILI
CODICE PROGETTO: PTCSU0011220010026GXXX

Obiettivo generale del progetto è mettere al centro i diritti e il benessere della persona che vive l’esclusione e l’emarginazione sociale a causa dei problemi di salute mentale. Nello specifico:

  • Contrastare lo stigma sociale verso il disagio psichico e dell’auto-stigma
  • Modificare gli atteggiamenti negativi nei confronti del diverso
  • Promuovere una comunità tollerante e competente
  • Migliorare il rapporto tra organizzazione e utenti
  • Implementare i rapporti e luoghi di incontro dove confrontarsi
  • Promuovere i percorsi di autonomia nell’ambito della salute mentale
  • Orientare la crescita umana e professionale del volontario rendendolo partecipe delle problematiche dell'inclusione

Scheda progetto

ACCOGLIERE PER INTEGRARE
CODICE PROGETTO: PTXSU0011220010024GXXX

Il progetto si pone come obiettivo generale, da una parte di contribuire alla formazione civica, sociale, culturale, professionale dei giovani che svolgeranno il servizio civile, dall’altra di potenziare la capacità di accoglienza degli utenti, dei loro familiari e dei soggetti che ne curano gli interessi, fornendo risposte personalizzate ed orientate su più ambiti.
Target di riferimento del progetto saranno gli adulti in stato di disagio psichico, con particolare attenzione verso i pazienti con psicosi gravi residenti nei Municipi coinvolti.

Scheda progetto

ACCOGLIERE PER ORIENTARE ED ORIENTARVI ALLA SALUTE
CODICE PROGETTO: PTCSU0025320010030GXXX

L’obiettivo generale del progetto è promuovere l’educazione alimentare e gli stili di vita salutari in contesti opportunistici, attraverso l’accoglienza e l’implementazione di strategie comunicative e lo sviluppo di competenze funzionali al cambiamento comportamentale, con riferimento ad un approccio multistakeholder e multisettoriale.

Obiettivi specifici:

  • Incrementare e migliorare l’attività di accoglienza, orientamento e ascolto dell’utenza – anche con supporto telefonico - in Poliambulatori, CAD e Case della Salute e Consultori
  • Pianificare strategie comunicative per target differenziati e realizzare prodotti di comunicazione da utilizzare in setting opportunistici
  • Valutare l’alimentazione e gli stili di vita e utilizzare materiali informativi sui principali determinati di salute (alimentazione, fumo, alcol, attività fisica) in relazione al profilo di salute osservato
  • Incrementare l’adesione ai progetti di prevenzione Primaria Vaccinali ed ai programmi di prevenzione Primaria e Secondaria per i tumori al seno ed alla cervice uterina, colon retto
  • Promuovere iniziative di prevenzione e promozione di stili di vita salutari in contesti opportunistici sanitari ed extrasanitari con l’utilizzo di prodotti di comunicazione e/o con l’applicazione di competenze di base del MinimalAdvice anche tra quelle previste dai Piani Regionali di Prevenzione.

Scheda progetto

LA CULTURA DELLA LEGALITÀ
CODICE PROGETTO: PTCSU0008720010029GXXX

Il progetto ha come finalità quella di promuovere la cultura della legalità, finalizzata allo sviluppo del senso civico nei giovani, inteso come base per affermare un’idea di comunità solidale e coesa, che si riconosce nelle regole che si è data e che le rispetta.
Il target di riferimento sono i giovani di Ostia (italiani e immigrati) di età compresa tra i 15 e i 29 anni;
Il progetto intende dunque, con le attività aperte ai giovani, che possono trasformarsi da utenti a protagonisti dello stesso, sviluppare occasioni ed opportunità di aggregazione che facilitino il confronto, il dialogo e sviluppino il senso di appartenenza ad una comunità e l'esercizio attivo di democrazia partecipativa ed assunzione di responsabilità.

Attraverso il progetto si vogliono sviluppare i temi più cari al Servizio Civile:

  • Sensibilizzare gli alunni sui temi della legalità nella scuola e fuori dalla scuola
  • Educare alla solidarietà e alla tolleranza
  • Sviluppare le capacità di collaborare, comunicare, dialogare
  • Formare l’uomo e il cittadino, nel quadro dei principi affermati dalla Costituzione
  • Acquisire i valori che stanno alla base della convivenza civile, nella consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri e nel rispetto degli altri e della loro dignità.
  • Sviluppare il senso critico per scoprire di conseguenza i percorsi nascosti dell’illegalità Trasmettere valori e modelli culturali di contrasto alle mafie

Scheda progetto

NUOVA ACCOGLIENZA NEI SERVIZI PER MINORI
CODICE PROGETTO: PTXSU0011220010027GXXX

Obiettivo generale del progetto è quello di tutelare i diritti dei minori alla salute, migliorando la qualità e accessibilità ai servizi territoriali e la loro fruibilità, per perseguire realmente i diritti di eguaglianza, non discriminazione e pari opportunità in età evolutiva.

Gli obiettivi specifici da perseguire saranno:

  • Collaborare all’attività di accoglienza e informazione, rivolta all’utenza, sui diritti e sulle modalità di accesso ai servizi
  • Partecipare all’incremento di interventi mirati a migliorare l’organizzazione del servizio
  • Partecipare al potenziamento degli interventi mirati a supportare le famiglie per una migliore adesione al progetto terapeutico
  • Collaborare alle attività di rilevazione del bisogno sanitario dell’utenza

Scheda progetto

OLTRE IL MURO DEL CARCERE 5
CODICE PROGETTO: PTXSU0011220010028GXXX

I beneficiari diretti del progetto sono tutti i detenuti dei 4 istituti di Rebibbia con diagnosi psichiatrica o insufficienza mentale. Si tratta di persone solitamente non inserite nei circuiti della malavita, che compiono reati considerabili “bagatellari”, epifenomeno di una lunga storia di deprivazioni sociali, con scarso o inefficace utilizzo dei servizi territoriali, a volte non adeguatamente difesi in sede giudiziaria. Le diagnosi possono essere comprese fra le psicosi e i disturbi di personalità, configurando difficoltà di reinserimento sociale particolarmente difficili da affrontare.

OBIETTIVI GENERALI RELATIVI AL SERVIZIO

  • Diminuire i rischi di recidive clinico giudiziarie.
  • Rafforzamento delle connessioni fra Interno dell’Istituzione Penitenziaria e società civile.
  • Recupero delle risorse del paziente, della sua famiglia e di quelle presenti sul territorio di destinazione.
  • Collaborazione sinergica delle Istituzioni Competenti territoriali.
  • Miglioramento delle pertinenze, dell’efficienza e l’efficacia degli interventi clinico riabilitativi.
  • Fornire un’importante esperienza di Servizio che fornisca indicazioni sulla futura scelta professionale e orienti i
    giovani ai valori della giustizia e del reinserimento sociale, attraverso esperienze sul campo, formative e di creatività progettuale.
  • Acquisire abilità e competenze nei contesti clinico - socio assistenziali, consentendo l’apprendimento delle
    relative metodologie di lavoro.
  • Rappresentare una straordinaria occasione di formazione al lavoro di Rete, di Comunità ed al lavoro d’Equipe.

OBIETTIVI GENERALI RELATIVI AI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE

  • Fornire un’importante esperienza di Servizio che fornisca indicazioni sulla futura scelta professionale e orienti i giovani ai valori della giustizia e del reinserimento sociale, attraverso esperienze sul campo, formative e di creatività progettuale.
  • Acquisire abilità e competenze nei contesti clinico - socio assistenziali, consentendo l’apprendimento delle
    relative metodologie di lavoro.
  • Rappresentare una straordinaria occasione di formazione al lavoro di Rete, di Comunità ed al lavoro d’Equipe.

Scheda progetto

Requisiti di partecipazione

Possono partecipare alle selezioni i giovani dai 18 ai 29 anni di età non compiuti al momento della presentazione della domanda, non occupati e non inseriti in percorsi di istruzione e formazione.
Inoltre, dovranno essere registrati al programma Iniziativa Occupazione Giovani (Garanzia Giovani) e aver firmato il Patto di Servizio con il Centro per l’Impiego e/o Servizio competente. Per la registrazione a Garanzia Giovani, vai su www.garanziagiovani.gov.it.

Come presentare la domanda

Gli aspiranti operatori volontari dovranno presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it.
La scadenza per presentare le domande di partecipazione è stata prorogata alle ore 14.00 del 17 febbraio 2021.

Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione domanda sulla piattaforma DOL occorre che il candidato sia riconosciuto dal sistema.
1 - I cittadini italiani residenti in Italia o all’estero possono accedervi esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede. Per la Domanda On-Line di Servizio civile occorrono credenziali SPID di livello di sicurezza 2.
2 - I cittadini di Paesi appartenenti all’Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, se non avessero la disponibilità di acquisire lo SPID, potranno accedere ai servizi della piattaforma DOL attraverso apposite credenziali da richiedere al Dipartimento, secondo una procedura disponibile sulla home page della piattaforma stessa.

Per saperne di più sul Servizio Civile Universale: https://www.serviziocivile.gov.it/

Scarica il Bando per la selezione di 46.891 operatori volontari da impiegare in progetti afferenti a programmi di intervento di Servizio civile universale da realizzarsi in Italia, all’estero e nei territori delle regioni interessate dal Programma Operativo Nazionale- Iniziativa Occupazione Giovani (PON-IOG “Garanzia Giovani” - Misura 6)

>>> Per informazioni chiama lo 06.6792669 o scrivi a segreteria@fondazionediliegro.it

Lo scorso 3 dicembre, si è tenuto il webinar "Figli di genitori con problemi di salute mentale". L'evento rientra nel progetto Share4Carers, di cui la Fondazione Di Liegro è partner.

Share4Carers nasce con l’intento di condividere a livello europeo buone pratiche rivolte ai figli di genitori con disagio psichico.

Il webinar, a cui ha portato il proprio saluto anche Marisa Matias, MEP, membro del Parlamento Europeo e del Gruppo di Interesse al Parlamento Europeo sui Caregiver Familiari, ha rappresentato un'occasione di arricchimento per il forte contributo di competenze professionali, di esperienze e prospettive politiche da parte dei partecipanti. Share4Carers coinvolge infatti esperti dal mondo accademico e clinico e dell’associazionismo di Belgio, Grecia, Italia e Turchia.
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