Laboratori

L’esperienza di molti anni ci ha dimostrato il valore terapeutico di strumenti che mettono in campo creatività e talenti, per combattere l’isolamento e la perdita di autostima causati dal disturbo psichico.

I laboratori artistici e di socializzazione sono un fiore all’occhiello della Fondazione Di Liegro. Pittura, teatro, musica, fotografia, cucina e cucito fanno emergere risorse e potenzialità che ognuno possiede, chi più chi meno. È un lavoro in parte individuale che si svolge però in un contesto di gruppo. È un “fare e partecipare”, conoscere e farsi conoscere. Nei laboratori arrivano persone indirizzate dai Centri di Salute Mentale di Roma, da psicologi, psichiatri e assistenti sociali. La partecipazione è su base volontaria. Sono utenti che scelgono di uscire da un contesto istituzionalizzato per inserirsi in una realtà che include volontari, familiari, operatori e che è aperta al territorio.

Ai laboratori di arteterapia, teatro, fotografia, pittura, cucito, da diversi anni si è affiancato un progetto-pilota della Fondazione Di Liegro: la camminata veloce, una tecnica di movimento che regala benessere psicofisico a chiunque la pratichi.

Info: laboratori@fondazionediliegro.it

Il laboratorio è calibrato e strutturato sulle capacità effettive dei partecipanti. Con la pratica del “fare” in cucina si apprendono le procedure necessarie alla preparazione dei cibi, si conoscono oggetti e vocaboli  nuovi relativi alle azioni che si vanno  compiendo (montare, mescolare, sbattere, ecc.) e, aspetto forse più rilevante, si interiorizzano nozioni utili per una corretta alimentazione.

I partecipanti hanno modo di riflettere sulle proprie abitudini alimentari e di metterle a confronto con quelle degli altri, primo passo per un approccio nuovo al cibo. Emerge spesso il forte condizionamento della pubblicità e dei suoi “suggerimenti”. Conoscere le caratteristiche delle materie prime, la composizione degli alimenti e i sistemi di produzione fa acquisire una maggiore consapevolezza di sé e del mondo circostante. Riuscire a mangiare meglio accresce l’autostima.

Ricamo e cucito, “le piccole arti”.

Il laboratorio si è propone di stimolare la creatività dei partecipanti, in un contesto di condivisione e ricreazione. Nel corso di un anno, partendo dalla indispensabile arte dell’attaccare un bottone, si arriva a realizzare, con la guida di una sarta professionista, prodotti finiti: borse, centrini, tovaglie, sciarpe, elementi di scenografia per il laboratorio di teatro.

Il cucito permette, attraverso l’elaborazione manuale, di creare un’alternativa al già fatto, all’oggetto che l’utente è abituato a vedere confezionato, finito, identico a tanti altri.  Costituisce un percorso che mira a soddisfare il bisogno naturale di lasciare una traccia di se stessi, di riappropriarsi della propria unicità e di esserne orgogliosi: “Questo l’ho fatto io!”

L’obiettivo finale è accrescere la fiducia nelle proprie capacità e risorse.

Ci si arriva acquisendo, attraverso l’apprendimento di sequenze di operazioni e procedure, un “metodo” utile per lo sviluppo dell’autodisciplina; stimolando la capacità di formulare domande e ipotesi; sperimentando strategie risolutive di problemi; entrando in sintonia con gli altri, interagendo con rispetto, creatività e divertimento.

La camminata veloce produce benessere, accompagna la vita quotidiana e favorisce le relazioni sociali. Da tre anni la Fondazione ha inserito questa attività fisica tra i laboratori creati a sostegno della salute mentale.

Camminare con un ritmo cadenzato e costante porta alla progressiva acquisizione della capacità di concentrazione e al miglioramento della padronanza di sé e del proprio corpo, alla crescita dell’autostima.

Tra gli obiettivi, non solo la promozione di uno stile di vita attivo, ma anche la conoscenza del territorio, per viverlo, abitarlo, in un percorso di autonomizzazione che facilita il raggiungimento di luoghi come uffici o centri di ritrovo. Una spinta alla socializzazione che è estremamente importante per persone che spesso manifestano difficoltà a stabilire relazioni amicali.

La sede del laboratorio è presso il Centro Diurno di via Orio Vergani della ASLRoma 2, dove è stato introdotto un percorso della cura di sé (Social Skill Training). Il coach del gruppo di Camminata veloce è supportato da volontari della Fondazione, da due infermiere e uno psicologo, responsabile del Centro Diurno, che ha funzione di supervisore del gruppo.

Il progetto del laboratorio di fotografia è nato nel 2013 dall’idea di ribaltare il rapporto tradizionale tra il disagio mentale e la fotografia. Non più scatti che evocano emarginazione e degrado. In una totale inversione di prospettiva, la macchina fotografica affidata all’utente diventa strumento per prendere contatto con la propria dimensione profonda, veicolo capace di trasmettere vissuti ed emozioni.

L’attività si articola in un percorso formativo, di preparazione e addestramento all’uso della macchina fotografica con fotografi professionisti, e in esercitazioni esterne in aree della città scelte per i loro aspetti naturali, culturali e artistici. Il Laboratorio prevede la realizzazione e l’allestimento di una mostra fotografica a tema che viene esposta in uno spazio pubblico, spesso all’interno di una struttura museale.

Per questo laboratorio, come per tutti gli altri, è fondamentale la componente relazionale, la creazione di un gruppo coeso attorno ad un progetto comune.

Il laboratorio di musica è il più folto per numero di partecipanti. È animato da un operatore appassionato di musica che ha maturato una significativa esperienza nell’allestimento di spettacoli musicali con utenti dei servizi di salute mentale.

I “Briganti pizzicati” è il nome del gruppo di cui fanno parte, insieme al conduttore e agli utenti, volontari e giovani in servizio civile, come avviene in tutti i laboratori della Fondazione.

Gli aspetti terapeutici della proposta artistica riguardano l’aggregazione, le emozioni e lo stimolo neuronale. La musica infatti è un’esperienza essenzialmente sociale, collegata a cerimonie, rituali e lavori di gruppo ed è noto che le prime “emozioni” che raggiungono gli esseri viventi sono di tipo ritmo-sonico (musicale), come il battito del cuore materno. Con il suono e le vibrazioni si raggiungono le componenti emozionali più profonde. È relativamente frequente l’osservazione di soggetti afasici che non riescono a parlare, ma sono invece in grado di cantare.

Il repertorio dei Briganti pizzicati è attinto in buona parte dalla tradizione popolare, ma anche dalla musica moderna, in particolare quella dei cantautori italiani.

Il gruppo che si riunisce una volta a settimana nella sede della Fondazione, si esibisce spesso all’esterno in occasione di festival, convegni e concerti.

Laboratorio pittura

Il laboratorio di pittura della Fondazione è attivo dal 2018 e promuove una forma di espressione artistica che favorisce il recupero e la crescita della persona dal punto di vista emotivo, affettivo e relazionale.

La pittura intesa come arte terapia è stata una delle prime, tra le tecniche terapeutiche non verbali, ad avere avuto un’ampia diffusione in ambito clinico. Attualmente viene utilizzata in numerosi settori di intervento, dall’età evolutiva alla riabilitazione, alla psichiatria, alla geriatria, al sostegno dei malati terminali, ai disturbi alimentari. Ha la peculiarità di inserire nella relazione tra l’utente e il mondo che lo circonda un mediatore: l’oggetto artistico prodotto che esiste nello spazio e si conserva nel tempo. I contenuti del mondo interiore dell’individuo (fantasie, conflitti, desideri, bisogni) che per loro natura si esprimono con modalità simboliche e analogiche vengono trasposti in ‘immagini reali disegnate’.

Quest’anno, ha preso il via un interessante esperimento che vede protagonisti i partecipanti al nostro laboratorio di pittura: una collaborazione con gli studenti del biennio specialistico in ‘Arte per la terapia’ dell’Accademia delle Belle arti di Roma. Attraverso tecniche diverse -che prevedono anche il coinvolgimento con gli altri laboratori della Fondazione- si sviluppa un progetto artistico sul tema della casa e dell’abitare che confluirà a giugno in una mostra.

Il percorso del laboratorio teatrale della Fondazione si è avviato a partire dal 2006.  L’idea di base è stata quella di coinvolgere operatori, volontari ed utenti provenienti da realtà territoriali differenti, attivando una condivisione, un dialogo, un confronto, un’interazione, per affrontare le problematicità legate alla solitudine che spesso contraddistingue le persone con disagio psichico. Nel 2010 la Fondazione, grazie al contributo della Provincia di Roma, attraverso il progetto “Prevenzione Mille” ha realizzato uno spazio specifico per i laboratori teatrali: la tensostruttura, un luogo dove le persone possono incontrarsi, esprimere le proprie capacità, entrare in relazione, ricostruire l’identità.

Il laboratorio si avvale della collaborazione di un conduttore professionista, attore o regista. I partecipanti sono chiamati a cimentarsi con le tecniche a disposizione dell’attore: la vocalizzazione, la verbalizzazione e la gestualità. Ogni anno l’attività si conclude con la messa in scena di uno spettacolo, in un teatro di Roma. Rappresentazione sempre originale, nata da una traccia sempre diversa, nella quale ogni attore ha messo dentro qualcosa di suo.

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