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Il progetto Art4Me mette in relazione la salute mentale e l'arte e mira a creare un'opportunità unica per fornire una nuova piattaforma per la condivisione delle conoscenze al di là delle frontiere e delle parti interessate, e un percorso per una migliore responsabilizzazione dei cittadini con o a rischio di avere problemi di salute mentale. È quindi necessaria una lunga serie di nuovi strumenti per affrontare la salute mentale. Mentre l'arte e l'espressione creativa sono state un elemento centrale della cultura europea per millenni, l'uso dell'arte come strumento per la salute mentale è stato scarsamente mappato e le esperienze spesso non condivise.

Il progetto si propone di:

Al fine di prevenire l'isolamento e la marginalità sociale, il progetto propone l'attivazione di un servizio di ascolto e assistenza sul territorio, che fornisce informazioni sui servizi di salute mentale, orienta gli utenti e li supporta nella definizione di un progetto personalizzato con i servizi territoriali.

Per sensibilizzare la cittadinanza sulla salute mentale, il progetto organizza corsi di formazione, informazione e convegni annuali su tematiche come il Recovery e le dipendenze. Gli obiettivi formativi includono la creazione di un gruppo di volontari per facilitare l'inserimento sociale e il percorso terapeutico delle persone con disagio psichico attraverso laboratori di socializzazione, come teatro, musica, fotografia e arte-terapia.

Al fine di contrastare la solitudine dei familiari delle persone con disagio psichico, il progetto promuove gruppi di auto-aiuto con incontri settimanali e supervisione mensile da parte di professionisti, come psichiatri e psicologi, per fornire un sostegno solidale e condividere esperienze.

Il progetto è concepito seguendo un approccio di Recovery, che mira a restituire agli utenti un ruolo attivo, trasformandoli da destinatari passivi a protagonisti coinvolti nelle proprie scelte e impegnati a sviluppare appieno le proprie potenzialità.

Premio amico della famiglia 2009 alla Fondazione Di Liegro per il progetto Famiglie in Rete

L’area di intervento del progetto è stata in prevalenza la zona ASL Roma 2, ma si è rivolta alla cittadinanza di tutto il territorio di Roma Capitale. Il progetto ha permesso un ampio coinvolgimento dell’utenza, dei familiari, della cittadinanza e istituzioni. Le attività implementate rappresentano in gran parte degli esempi di buone pratiche replicabili e esempio di partecipazione civica, empowerment e inclusione sociale di persone isolate o in difficoltà. Le attività sono gratuite per i partecipanti, aperte a tutta la cittadinanza, sostenute da un sistema di monitoraggio e da un uso dei sistemi a tutela della privacy individuale.

Dalle attività progettuali sono emerse sicuramente delle buone prassi nel campo della salute mentale, come l’efficacia restituita alle persone con disagio attraverso la creazione di spazi di socializzazione inclusivi. Infatti, spesso nei servizi di salute mentale le attività laboratoriali sono esclusive per chi ha una diagnosi psichiatrica e le persone rischiano di essere ghettizzate e autoescludersi. Sostenere attività non solo professionalizzanti con maestri d’arte ma anche di socializzazione con volontari e operatori non clinici permette un migliore utilizzo dello strumento es. artistico a favore della riabilitazione e dell’acquisizione di sicurezza da parte della persona. Un’altra buona prassi è favorire l’incontro di familiari di utenti che provengono da diversi contesti: attraverso il confronto e la rete fra persone che affrontano le stesse difficoltà di caregiving è sicuramente un elemento di aiuto per la famiglia intera e la valorizzazione delle risorse.

IncluPsy è un progetto finanziato con il supporto della Commissione europea che ha l’obiettivo di promuovere l'inclusione sociale delle persone che convivono con disturbi mentali. Sono 6 i partner (provenienti da cinque diversi Paesi europei) chiamati a confrontarsi e a scambiare le proprie esperienze al fine di rafforzare le proprie capacità e definire buone pratiche sul tema.

Con Inclupsy si vuole inoltre accrescere la consapevolezza e il coinvolgimento sul tema di un numero più ampio di attori sul tema dell’inclusione sociale. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, infatti, un europeo su quattro è affetto da patologie mentali.

Il rapporto “Health at a Glance: Europe”, realizzato da Commissione europea e Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, evidenzia come il disagio psichico sia uno dei temi più urgenti da affrontare e avverte delle conseguenze economiche e sociali del problema.

Le persone con disturbi mentali gravi e persistenti soffrono generalmente di un grande senso di isolamento, della perdita della capacità di intraprendere iniziative e di vivere in alloggi indipendenti, mantenere un lavoro e compiere le normali azioni del quotidiano.

Questi effetti, combinati con la stigmatizzazione e, in certi casi, prolungati e ripetuti ricoveri in psichiatria, diventano essi stessi un fattore di disinserimento sociale, portando le persone a perdere la casa, a vagare in strada ed essere esclusi.

Alla luce dei collegamenti (come causa o conseguenza) tra disturbi mentali ed esclusione sociale, non sorprende che l'inclusione sia una delle priorità europee. Ma quali pratiche vengono implementate dall'Europa per promuovere l'inclusione sociale delle persone che convivono con disturbi mentali? È questa domanda il filo conduttore del progetto IncluPsy.

Vai al sito di IncluPsy.

I giovani europei si confrontano quotidianamente con condizioni sempre più difficili: dal complicato accesso al mondo del lavoro alle aspettative dei genitori, fino al paradosso di internet e dei social media, che connettono e separano allo stesso tempo.

Un maggior numero di giovani manifesta sintomi di disagio mentale, come stress elevato, ansia, depressione, dipendenze. rendendo più difficile costruire il proprio piano di vita e trovare un posto nel mondo.

Per questo, l'Unione europea ha promosso nel 2018 una nuova Strategia sul tema. Uno degli obiettivi individuati riguarda proprio “Salute e benessere mentale”, finalizzato alla promozione dell’inclusione sociale di tutti i giovani, migliorandone il benessere psichico ed eliminando la stigmatizzazione nei loro confronti.

Tale progetto si inserisce in questa cornice investendo sulla formazione e sul riconoscimento delle competenze degli Youth Worker che hanno il compito di guidare e sostenere i giovani nel loro sviluppo personale, sociale ed educativo aiutandoli a raggiungere ed esprimere il loro pieno potenziale nella società. Gli Youth worker apprendendo una serie di di competenze che vanno dall'intelligenza emotiva all'auto-consapevolezza, fino alla gestione del tempo e a sostenere la pressione che arriva dall'esterno, giocano un ruolo chiave, con gli insegnanti e altri professionisti, nel fornire ai giovani una formazione sui problemi di salute mentale e sulla costruzione dell'emotività e nell'affrontare la salute mentale.

Vai al video della conferenza "Colmare il Gap: strumenti di intervento per il benessere e la salute dei giovani".

Ascolto, orientamento e informazione per i
Problemi di
Salute Mentale
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