Secondo il Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto superiore di sanità (Epicentro), sono circa 450 milioni le persone che in tutto il mondo soffrono di disturbi neurologici, mentali e comportamentali. Persone che sono spesso soggette a isolamento sociale, bassa qualità della vita e alta mortalità. I disturbi mentali, che comprendono schizofrenia, depressione, disturbi d’ansia, anoressia e bulimia nervose, disturbi da abuso di sostanze e di alcool, costituiscono un importante problema di sanità pubblica.
I disturbi psichici colpiscono in modo trasversale e senza distinzioni di fascia di età e livello socio-economico, e in cui le condizioni di vita di chi soffre, vengono rese ancora più difficili dalla crescente disaggregazione delle reti di solidarietà nei quartieri e dall’indebolirsi della cultura del reciproco aiuto. Negli ultimi anni la crisi economica e del sistema produttivo hanno impoverito vasti settori della società e nello stesso tempo l’indebitamento pubblico ha generato un ulteriore impoverimento del Welfare e quindi dei servizi sociali e sanitari elevando il livello di disuguaglianza sociale. Questa doppia situazione di povertà, economica e istituzionale colpisce ancor più le persone in condizione di fragilità e tra queste coloro che per il disturbo psichico sono a forte rischio di non essere viste né accolte e quindi esposte alla solitudine e all’abbandono. Importante evidenziare che l’impoverimento dei servizi sociali e sanitari si ripercuote fondamentalmente sul suo fattore produttivo principale: la risorsa umana che diventa scarsa con la conseguente offerta di minori servizi per le persone in condizioni di fragilità mentale.