Logo Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Ets
Logo Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Ets
Dona Ora
Dona Ora
Logo Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Ets
Logo Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro Ets
Dona Ora

Il progetto europeo "YouProMe -Youth Workers Promoting Mental Health" ha delineato il Portfolio YouProMe, un insieme di competenze dello Youth Worker nell'ambito d'intervento con i giovani che vivono problemi di salute mentale.
Un documento che nasce dalla necessità di integrare le abilità e pratiche generali dello Youth Work con un insieme di conoscenze specifiche riguardanti l’area del disagio mentale in età giovanile.

Il Portfolio YouProMe definisce conoscenze, abilità, atteggiamenti e valori utili nel lavoro in questo specifico ambito di intervento e nella connessione con il mondo giovanile.

Lo strumento è organizzato come un modello progressivo di funzioni e competenze che fanno progredire l’attenzione e il focus di intervento dello youth worker dal mondo personale del giovane che vive l’esperienza del disagio psichico verso il mondo di relazioni sociali entro cui è inserito. Movimento che comporta un’integrazione dell’intervento dello youth worker con le diverse risorse e i numerosi attori del contesto territoriale, necessariamente “aperto”, in cui si trova ad operare.

LEGGI IL DOCUMENTO

La Fondazione Di Liegro guida il progetto europeo Youth Worker Promoting Mental Health (YouProMe)

Pandemia, giovani e disagio mentale: è in atto una vera e propria crisi della salute mentale, soprattutto fra i giovanissimi, e la pandemia ne è la causa  scatenante. L'allarme arriva dal Congresso nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf).
L'incidenza  di depressione e ansia fra adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia e un'ampia metanalisi appena pubblicata su JAMA Pediatrics, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80.000 giovani, ha dimostrato che oggi un  adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d'ansia. Questo diffuso disagio mentale rischia di mettere una seria ipoteca sulla salute futura dei ragazzi.

La probabilità di disturbi mentali è particolarmente alta fra i ragazzi più grandi, che più dei bambini, spiegano gli
psichiatri, hanno risentito delle restrizioni. Tutto questo è confermato anche da un secondo studio, su 1.500 bambini e
adolescenti, pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry. Una situazione che potrà
purtroppo avere conseguenze negative sul lungo periodo: è stato infatti dimostrato che soffrire di depressione durante
l'infanzia e l'adolescenza si associa da adulti a una salute peggiore, mentale e non solo, e a maggiori difficoltà nelle relazioni. È perciò necessario, nel quadro di pandemia, giovani e disagio mentale, "intercettare il disagio nei ragazzi e intervenire con gli strumenti più adeguati".

"Tutte le ricerche concordano: con la pandemia un'allarmante percentuale di giovanissimi sta manifestando i segni di un disagio mentale - spiega Claudio Mencacci, co-presidente Sinpf e direttore emerito di neuroscienze e salute mentale all'ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano - I tassi di depressione e ansia che si registrano sono direttamente correlati alle
restrizioni: si impennano cioè quando viene impedita la socialità, quando si deve tornare alla didattica a distanza,
quando non si possono coltivare le relazioni con i coetanei. A pagare il prezzo più alto sono i ragazzi della scuola secondaria superiore, una fase essenziale per le nuove esperienze e per i primi traguardi: non vivere nella normalità 'pietre miliari' come l'esame di maturità o i primi amori per la psiche di un giovanissimo è assimilabile a un lutto e come tale può essere un fattore scatenante di ansia e depressione. Molti possono avere sintomi di disagio mentale che poi si risolvono, ma tanti stanno mostrando di non riuscire a uscirne. Senza contare coloro che erano già fragili prima del Covid, per i quali la pandemia è stata ancora più difficile da affrontare. Tutti devono essere intercettati e aiutati".

E quando il solo percorso psicoterapeutico non basta, anche i farmaci possono essere d'aiuto. "Il dibattito sulla prescrizione degli antidepressivi in infanzia e adolescenza è ancora aperto: alcuni sono approvati per l'impiego in questa fascia, altri vengono comunque utilizzati off label" - affermano Mencacci e Matteo Balestrieri, co presidente Sinpf - Gli antidepressivi possono e devono essere somministrati a un adolescente se è opportuno, ma occorre sempre un attento monitoraggio ed un percorso di cura che tenga conto della situazione emotiva e cognitiva".

Photo by Nandhu Kumar from Pexels

La Nomina srl, in collaborazione con la Fondazione Don Luigi Di Liegro, organizza per il giorno 17 gennaio, alle ore 17, un incontro online tramite piattaforma ZOOM per promuovere ed illustrare il nuovo Bando di Servizio Civile Universale 2022.

L’incontro è dedicato, in particolar modo, agli aspiranti volontari e volontarie per spiegar loro come presentare correttamente la domanda di partecipazione al Bando di Servizio Civile Universale 2021, illustrare le diverse opportunità presenti e rispondere ad ogni richiesta di informazioni in merito al Servizio Civile.

In particolare, l’incontro sarà così suddiviso:

Tutti gli interessati possono prenotare la propria partecipazione all’incontro online nei seguenti modi:

Gli aspiranti volontari che avranno registrato la loro partecipazione all’evento saranno poi ricontattati per l’invio del link di accesso all’incontro su piattaforma ZOOM.

Pubblicato il Bando per la selezione di 56.205 operatori volontari da impiegare in progetti di Servizio civile universale – Scadenza 26 gennaio 2022 Ore 14:00

Photo by Andrea Piacquadio from Pexels

Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza: la povertà economica e educativa si combina oggi con la povertà prodotta dalla crisi sanitaria. La pandemia da Covid-19, e il conseguente adattamento dello stile di vita di ragazze e ragazzi alle misure di contenimento, sta influenzando le loro scelte di vita e rischia di accentuare le disuguaglianze sociali pre-esistenti.

Se ne parlerà martedì 14 dicembre, nell'Aula Magna dell'Università Roma Tre - Dipartimento Scienze della Formazione, nel corso del convegno dal titolo DIRITTI DELL'INFANZIA E DELL'ADOLESCENZA - VISIONI SUL FUTURO DELLE NUOVE GENERAZIONI. L'evento è promosso dal progetto #liberailFuturo, a cui partecipa anche la Fondazione Di Liegro

La sospensione delle lezioni scolastiche e la chiusura di tutte le attività ludiche, educative, di inclusione e supporto, ha colpito più duramente le ragazze e i ragazzi, soprattutto coloro che vivono in condizioni di povertà o marginalità sociale, nonché i ragazzi più vulnerabili (quali ad esempio i minori con disabilità e i minori stranieri non accompagnati), per i quali l'accesso a tali attività rappresenta talvolta l'unica possibilità di empowerment.

Durante il Convegno verranno presentati i risultati qualitativi dal monitoraggio di progetto effettuato dalla professoressa Sandra Chistolini del Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre. I dati saranno confrontati con quelli quantitativi della ricerca realizzata da Demopolis per conto dell'Impresa Sociale Con i Bambini.

Il Convegno sarà quindi l'occasione per definire le nuove proposte operative per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal progetto #liberailFuturo e che potranno essere utili al potenziamento della Comunità Educante.

Dopo il convegno, previsto in mattinata, nel pomeriggio sono in programma quattro workshop, con l'obiettivo di aprire un dibattito sul futuro dei giovani e indicare le linee guida future del progetto:

Come partecipare al convegno?
Scrivere una e-mail a liberailfuturoroma@gmail.com indicando se si vuole partecipare solo al convegno, solo ad uno dei workshop pomeridiani o sia al convegno che a uno dei workshop pomeridiani.

Sono soprattutto uomini (83,6%), residenti al nord e al centro, con un'età media di 35 anni. È la fotografia dell'utente che ha  chiamato il Telefono verde AIDS e IST dell'Istituto superiore di Sanità nel 2021, per un totale di 6.219 telefonate. Le domande rivolte agli esperti riguardano soprattutto dubbi su rapporti eterosessuali con partner occasionali, le modalità di trasmissione dell'HIV e delle IST (Infezioni sessualmente trasmesse) (32,4%), le procedure di testing per queste infezioni (28,0%). Un terzo dei quesiti posti dalle donne riguardano i test (dopo quanto tempo effettuarli, come e dove eseguirli), i quesiti posti dagli uomini sono incentrati, in più di un terzo dei casi, sulle vie di trasmissione dell'HIV. In circa il 10% delle telefonate emerge, ancora oggi, un'evidente disinformazione relativamente alle modalità di rischio dell'HIV.

In una proporzione pari al 36,2% di tutte le telefonate ricevute nel 2021, emerge che gli utenti afferenti al Telefono verde AIDS e IST non hanno mai effettuato un test HIV. 'Questi dati del 2021 sono in linea con quelli che si evincono dalle oltre 820mila chiamate pervenute al Telefono verde AIDS e IST a partire da giugno 1987- fa sapere l'Iss in un comunicato- e suggeriscono che tale Servizio sia ancora oggi necessario per rispondere alle esigenze informative di coloro i quali vi
accedono, in quanto fornisce, in modo personalizzato, risposte supportate da solide basi scientifiche'. Inoltre, la disponibilità di una banca dati di 650 Centri diagnostico-clinici e di 28 check point presenti su tutto il territorio nazionale, permette agli esperti del Telefono verde AIDS e IST di 'fornire alla persona che telefona utili indicazioni in merito a dove effettuare il test HIV e con quali modalità. 

Il Servizio di HIV/AIDS/IST counselling telefonico, anonimo e gratuito attivo dal 1987, si colloca all'interno dell'Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione del Dipartimento Malattie Infettive dell'Iss. 'L'esperienza acquisita in tanti anni di attività e le procedure operative messe a punto per fornire risposte scientifiche ai complessi quesiti posti dalle persone-utenti- prosegue il comunicato dell'Iss - hanno fatto sì che di fronte all'emergenza causata da SARS-CoV-2, l'equipe del Telefono verde AIDS e IST accogliesse le esigenze informative degli utenti anche in merito all'emergenza sanitaria da COVID-19, fornendo informazioni sui servizi nazionali e regionali, inviando al Numero di pubblica utilità 1500 del ministero della Salute, ai Numeri verdi attivati nelle Regioni e Province Autonome, ai siti ufficiali degli assessorati alla Salute e di istituzioni (Protezione Civile, Croce Rossa Italiana, ecc.), addetti a fornire indicazioni alla popolazione presente nei differenti territori'.

Inoltre, attraverso il Telefono verde AIDS e IST è stato erogato un 'vero e proprio intervento di prevenzione primaria
nell'indicare sistematicamente agli utenti la necessità di mantenere tutte le misure volte ad evitare il rischio di contagio
da SARS-CoV-2, in particolar modo nelle relazioni sociali e sessuali con partner sconosciuti'. In tale contesto, è stata
svolta, nel periodo marzo - settembre 2021, la survey telefonica riguardante l'accettabilità del vaccino anti SARS-CoV-2 nelle persone utenti afferenti al Telefono verde AIDS e IST, la cui finalità è stata quella di rilevare le caratteristiche
socio-anagrafiche, le conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti nei riguardi del vaccino anti SARS-CoV-2 delle
persone-utenti afferenti al TV AIDS e IST. Hanno partecipato all'indagine telefonica 528 utenti, per lo più di sesso maschile,
giovani adulti, professionisti dipendenti, con un elevato livello di istruzione e che nel 44,3% dei casi si era già sottoposto con
soddisfazione alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2.

In merito all'area della consulenza in materia legale, l'Istituto superiore di sanità fa sapere che due giorni alla settimana, il lunedì e il giovedì dalle 14.00 alle 18.00, un esperto legale è a disposizione delle persone-utenti, che accedono al Telefono verde AIDS e IST, per quanto riguarda aspetti relativi a discriminazione o problematiche in ambito lavorativo e assistenziale. 'La progressiva cronicizzazione dell'infezione da HIV, conseguenza di importanti conquiste della medicina- spiega l'Istituto- ha determinato negli ultimi venti anni un significativo prolungamento della sopravvivenza media delle persone con HIV, rendendo la vita di chi convive con questa infezione assai più comune che in passato'.

Va tuttavia sottolineato un dato che emerge dall'osservazione della realtà odierna: 'Gli indubbi progressi compiuti in questi
ultimi venti anni dalla medicina- prosegue l'Iss- non hanno proceduto di pari passo con un'evoluzione della percezione
sociale della malattia e con il lungamente auspicato superamento dello stigma ad essa correlato'. Dunque la situazione attuale restituisce l'immagine di una popolazione di persone HIV+ 'sempre più numerosa e affannata nel fronteggiare la realtà di una vita familiare, affettiva e professionale in cui il peso del pregiudizio e della paura irrazionale nei confronti della
malattia spesso non sono solo immutati rispetto a venti anni fa, ma in taluni casi addirittura aggravati dalle conseguenze di
interventi informativi e preventivi discontinui e talvolta poco incisivi, nonché dalla contrazione del livello dei servizi
socio-assistenziali e del tenore della vita in generale'.

L'attuale epidemia da SARS Cov-2, aggiunge l'Iss, ha reso questa realtà 'più difficile e disagevole per le persone con l'infezione da HIV, oggi cronicizzata, le quali hanno assistito ad un sensibile peggioramento del livello dell'assistenza sanitaria specie nei periodi di maggiore diffusione del Covid-19, allorché i reparti di malattie infettive sono stati letteralmente travolti dall'emergenza, con la conseguenza di divenire, in alcuni casi, del tutto inaccessibili a chi non fosse colpito dalla nuova infezione'.

Al fine di implementare le attività di comunicazione e informazione istituzionale sulle patologie infettive, dal 2013, il Telefono
verde AIDS e IST è integrato dal sito web interattivo 'Uniti contro l'AIDS' che, oltre a 'fornire contenuti aggiornati relativamente alle modalità di prevenzione, diagnosi e terapia dell'HIV/AIDS e delle IST- spiega l'Iss- svolge un continuo ruolo di divulgazione delle innovazioni scientifiche e degli eventi che promuovono la prevenzione delle IST, consentendo, anche grazie ai canali social collegati (Twitter, YouTube) una proficua attività di diffusione della cultura dei test, di lotta allo stigma e della consapevolezza dei propri comportamenti'.

Inoltre, grazie alle potenzialità del Telefono verde AIDS e IST e del sito 'Uniti contro l'AIDS' è stato possibile effettuare
specifiche indagini sulla consapevolezza e sui comportamenti legati alla prevenzione delle malattie infettive. 'Nel corso
degli ultimi anni sono stati condotti studi comportamentali nell'ambito di specifici sottogruppi di persone quali i giovani,
i clienti di sex workers, le donne e, più recentemente, la survey sull'accettabilità del vaccino anti SARS-CoV-2, svolta
nell'ambito del Telefono Verde AIDS e IST, è stata implementata anche attraverso il sito 'Uniti contro l'AIDS' ed è tutt'ora
attiva'.

È inoltre in fase di svolgimento, sul sito 'Uniti contro l'AIDS', una survey mirata a valutare, nelle persone con infezione da HIV, l'impatto delle nuove modalità terapeutiche disponibili sulla qualità di vita individuale, sulle opportunità di realizzazione a livello lavorativo e sulle relazioni e lo stigma sociale. All'indagine è possibile partecipare rispondendo alle domande del questionario anonimo pubblicato sul sito Uniti contro l'AIDS.

Don Luigi Di Liegro.

Photo by Klaus Nielsen from Pexels.

La Fondazione Di Liegro opera dal 2006 nel campo della salute mentale collaborando con istituzioni pubbliche e private nella realizzazione di progetti, attività e ricerche finalizzate alla promozione del benessere psicosociale, la prevenzione del disagio psichico e la diffusione della cultura e della conoscenza della salute mentale. Nel corso del tempo, questo impegno si è focalizzato in particolare sul disagio giovanile, organizzando corsi di formazione tematici, progetti di alfabetizzazione emotiva e percorsi di peer education nelle scuole, attività di ricerca.

La constatazione che la salute mentale nella fascia d’età giovanile, momento cruciale dello sviluppo e per l’insorgere di eventuali difficoltà nello sviluppo, sia infatti un tema di grande rilevanza e su cui è necessario agire in termini di informazione, protezione e prevenzione, è stata ulteriormente convalidata dall’edizione 2018 del World Mental Health Day, dedicata a “giovani e salute mentale in un mondo che cambia.

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolineano infatti che nel mondo il 10-20% di bambini e adolescenti soffre di disturbi depressivi e che le patologie neuro-psichiatriche sono la principale causa di disabilità nei giovani di tutte le Regioni OMS. Un adolescente su 6 nella fascia di età 10-19 anni soffre di disturbi mentali. Inoltre, il 50% dei problemi inizia prima dei 14 anni, ma la maggior parte dei casi non viene rilevata e non viene trattata. E ancora: il suicidio è terza causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 19 anni.

Esiste un rischio concreto che i problemi di salute mentale sviluppati durante l’adolescenza possano continuare nell’età adulta o diventare persino cronici (OMS, 2005).

Da queste considerazioni nasce l’impegno della Fondazione nel rivolgere un’attenzione particolare alla fascia d’età giovanile. Le azioni intraprese hanno l’obiettivo di rafforzare, attraverso interventi diretti e indiretti, i fattori protettivi così da prevenire lo sviluppo di problemi di salute mentale.

Progetti e iniziative della Fondazione Di Liegro per i giovani:

Anche quest’anno da oltre venti anni, il 12 ottobre, nella Basilica dei Santi XII Apostoli, si celebra una Santa Messa in memoria di Don Luigi Di Liegro, scomparso nel 1997, al San Raffaele di Milano, a 69 anni. Quest’anno la celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo Giampiero Palmieri, Vicegerente della Diocesi di Roma e animata dai musicisti della Chiesa San Patrick, alla quale hanno partecipato tante persone: giovani e anziani, amici e conoscenti, rappresentanti di associazioni e religiosi, ed è stata l’occasione per ricordare il “prete dei poveri”, o “della carità”, così come veniva spesso chiamato Don Luigi.

Nell’Omelia monsignor Palmieri ha richiamato tra l’altro, con grande efficacia, un aspetto della vita di Don Luigi, l’esperienza in Belgio. Era il 1958, era un giovane sacerdote trentenne, desideroso di conoscere dal vivo le condizioni degli emigranti italiani che lavoravano nelle miniere di carbone, e questo fu un insegnamento significativo e decisivo per il percorso pastorale del futuro Direttore della Caritas romana, che si completò con la conoscenza della JOC (la Gioventù Operaia Cristiana) e del suo fondatore. il belga monsignor Joseph Leon Cardijn, nominato Cardinale nel Concistoro del 1965 proprio per l’impegno nella JOC ormai diffusasi in tutto il mondo.

Inoltre la figura del “grande prete romano” è stata ricordata al termine della celebrazione eucaristica da Alessandro Romelli, ex segretario generale della Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, che ha ripercorso i momenti e gli atti salienti dell’impegno pastorale del sacerdote, che ha insegnato a essere operatori di giustizia e di carità, e ad essere capaci di affrontare concretamente i problemi per costruire il bene comune.

La Rai sulla Terza Rete, ha ricordato la figura di Don Luigi Di Liegro, nella trasmissione Blob, nel giorno della scomparsa con un video in memoria e le testimonianze di Don Luigi Ciotti, Fondatore di Libera, Sergio Zavoli, giornalista e ex Presidente della Rai, e  il Vescovo Ausiliario di Roma e già Direttore della Caritas romana, Guerino Di Tora, ove Don Di Liegro viene intervistato sulla questione dello sgombero della Pantanella del 1991.

Ecco perché ricordare il ”prete della carità” e interrogarsi sulla sua testimonianza pastorale è sempre un aiuto per chi si impegna per superare le diseguaglianze, sempre più presenti nella realtà romana. Nelle vicende che la vita riserva a ciascuno di noi, esistono situazioni complesse, come l’incertezza e la paura del futuro, il degrado morale e un diffuso disagio sociale, e di fronte a nuove povertà, conoscere la figura di Don Luigi Di Liegro può aiutarci a capire come superare le difficoltà che, tante persone, uomini e donne, incontrano quotidianamente.

Il “pensare” sul come riuscì ad affrontare le questioni, che ancora  oggi rappresentano motivo di tensione nelle grandi comunità urbane, e Roma è un esempio, significa  parlare di immigrati, di barboni, di senza fissa dimora, di ammalati terminali di Aids, di usurati, di disoccupati e oggi si sono aggiunti coloro ai quali la pandemia ha cambiato radicalmente le condizioni di vita. Si tratta di persone indubbiamente fragili, sulle quali Di Liegro nel suo impegno pastorale e caritatevole, profuse le sue energie per trovare soluzioni, ridando speranza e dignità a coloro che sono considerati gli ultimi, e come li chiama Papa Francesco, gli scartati della società.

“L’impegno cristiano e la territorialità” nel Convegno Diocesano del febbraio 1974, definito comunemente  “il convegno sui mali di Roma”, furono i temi fondamentali affrontati da oltre 5.000 partecipanti e circa 550 interventi, coinvolgendo tutta la comunità romana, ove Don Di Liegro fu protagonista e animatore favorendo successivamente la nascita della Caritas Diocesana di Roma di cui fu fondatore e primo direttore. Non è un caso che la Caritas romana, in oltre 40 anni di vita, sia considerata un pilastro fondamentale nella Capitale per l’aiuto ai meno fortunati.

In questo senso la testimonianza e l’azione sacerdotale di Don Luigi Di Liegro, ispirata da grandi sentimenti evangelici, nei confronti di coloro che si trovavano nel bisogno e nella sofferenza, divenne esempio non solo nella comunità cristiana, ma nella società civile, nelle istituzioni, nelle forze sociali e culturali. Ecco perché facciamo memoria: è stato “il prete    della carità”, un esempio che vive  nel ricordo e nelle opere di chi lo ha conosciuto e di chi ne ha sentito parlare.

In questo periodo un gruppo di amici del fondatore della Caritas di Roma, tra cui alcuni provenienti dalla Parrocchia di San Leone I al Prenestino, ritengono giusto avviare una raccolta di testimonianze su Don Luigi Di Liegro, e se possibile ipotizzare la procedura canonica delle Cause dei Santi.

Infine è doveroso ricordare che il 16 ottobre 1928 nasceva a Gaeta, Don Luigi, viene spontaneo ricordare il suo 93° compleanno, perché il suo spirito è sempre nel cuore di tante persone e il suo insegnamento è di grande attualità, anche nei momenti che sembrano privi di speranza.

Luciano Di Pietrantonio

Nel recente rapporto Caritas 2021 emerge la nuova povertà nella città di Roma. Nel 48,7% dei casi le nuove persone (7.476) che si sono rivolte ai centri parrocchiali sono italiane, seguite da filippini (16,3%), peruviani (4,9%), romeni (4,7%) e altre 97  nazionalità. Nel 64,4% dei casi, il rappresentante della famiglia che ha varcato per la prima volta la soglia del centro di ascolto è una donna. Il 54% dei nuovi iscritti sono al di sotto dei 45 anni. Cifre drammatiche ed eloquenti.

Chiunque sarà il nuovo sindaco di Roma dovrà immediatamente affrontare, tra le prime emergenze, quella della nuova povertà. Papa Francesco ricorda che «nessuno si salva da solo»: espressione perfetta come laicissimo monito per la ripartenza della città, per lasciarci alle spalle il disastro in cui ci dibattiamo.

Martedì 12 ottobre la Fondazione Di Liegro ha organizzato una messa celebrata dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della Diocesi di Roma, per ricordare a 24 anni dalla sua scomparsa monsignor Luigi Di Liegro, don Gigi per tutti, che fondò la Caritas Diocesana di Roma nel 1979.

Ha detto monsignor Palmieri: «Don Luigi Di Liegro aveva una visione profondamente biblica della città: luogo dove gli uomini vivono insieme, corpo collettivo a cui tutti siamo chiamati a partecipare. Un corpo vivo che chiede di essere onorato
da ognuno dei suoi membri».

Richiamo anche laicissimo. Roma può e deve ripartire ma non può e non deve lasciare indietro nessuno.

Dal Corriere della Sera del 18 ottobre 2021

Martedì 12 ottobre, ci siamo ritrovati alla Basilica dei SS Apostoli a Roma, per ricordare Don Luigi Di Liegro a 24 anni dalla scomparsa. Molti gli amici di DonLuigi e i volontari alla celebrazione eucaristica, promossa dalla Fondazione Don Luigi Di Liegro. Presenti anche imonsignor Benoni Ambarus, ausiliare incaricato per la pastorale della carità, il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, e il direttore della Caritas, Giustino Trincia.

"Don Luigi Di Liegro aveva una visione profondamente biblica della città: luogo dove gli uomini vivono insieme, corpo collettivo a cui tutti siamo chiamati a partecipare. Un corpo vivo che chiede di essere onorato da ognuno dei suoi membri". Così l'arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della Diocesi di Roma, ha ricordato il primo direttore della Caritas.

Nell'omelia, commentando il brano del Vangelo, monsignor Palmieri ha evidenziato come "la tagliente ironia di Gesù verso i farisei - che si preoccupano delle abluzioni e della pulizia del piatto per essere puri davanti a Dio - ci ricorda la vita e l'opera pastorale di don Luigi che mai ha smesso di testimoniare che solo l'amore ci rende puri davanti al Signore".

"Noi non siamo la memoria di una persona che è morta, noi siamo la consapevolezza di un dono grande che Dio ha fatto alla Chiesa e alla città di Roma: Don Luigi. La sua memoria - ha aggiunto monsignor Palmieri - è una memoria viva, sono i nostri sogni condivisi da Don Luigi Di Liegro da testimoniare, perché diventino visioni per l'oggi dei giovani"

Guarda la galleria fotografica

La pandemia ha aumentato le disuguaglianze che rischiano di rendere sempre più fragile la salute mentale già precaria delle fasce sociali più svantaggiate, ma il vaccino contro il Covid iniziano a ridurre ansia e disagio psichico.

"La pandemia ha comportato fin da subito un inasprimento delle disparità già esistenti, con maggiore incidenza ed esiti della malattia nelle fasce più deboli - dichiarano Massimo di Giannantonio ed Enrico Zanalda, copresidenti della Società Italiana di Psichiatria - Le diseguaglianze generate dalle conseguenze del lockdown hanno avuto riflessi anche sulla salute mentale, aumentando il disagio psichico soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione, con minor accesso alle cure e ai servizi di cui tuttora si avvertono i contraccolpi".

Tuttavia iniziano a intravedersi nella salute psichica della popolazione generale alcuni cambiamenti successivi alla vaccinazione anti-Covid. "Stiamo sperimentando i primi segnali di una riduzione di un certo grado di ansia e depressione da pandemia - aggiungono di Giannantonio e Zanalda - La popolazione inizia a sentirsi più fiduciosa nei confronti del futuro e sicura di uscire dai catastrofici effetti del Coronavirus, specie ora che è disponibile il vaccino anti-Covid che fa sperare di allontanarci dal rischio di un nuovo 'ottobre rosso', di nuovi isolamenti e chiusure che tantissimo hanno gravato sulla salute mentale di tutta la comunità, specie degli individui più fragili con più disagi psichici in partenza".

I numeri della salute mentale nel mondo sono impressionanti, quasi un miliardo di persone vive con un disturbo mentale nei paesi poveri, oltre il 75% delle persone non riceve alcuna assistenza. Ogni anno oltre un milione di persone muore per abuso di sostanze e in concomitanza con il Covid il dato appare a dir poco inquietante: un giovane di 18-24 anni su 4 (25%) ha dichiarato di aver aumentato l'uso di sostanze per far fronte allo stress covid-correlato. Ogni 40 secondi una persona si toglie la vita e nel 2020 i suicidi sono aumentati, basti pensare che in Giappone da giugno a ottobre 2020 sono cresciuti del 16% rispetto allo stesso periodo del 2019. Circa la metà dei disturbi di salute mentale inizia a 14 anni.

L'accesso ai servizi dedicati alla salute mentale resta pieno di diseguaglianze, con qualcosa come il 85% delle persone con
disturbi mentali nei Paesi a basso e medio reddito impossibilitati a usufruire di una assistenza dedicata. "Ma anche
nei Paesi ricchi le cose non vanno meglio, Italia compresa - sottolineano gli esperti - e la pandemia ha complicato per molti
aspetti questa situazione. Le persone più fragili che avevano già disagio psichico con il Covid hanno avuto maggiori difficoltà di accesso ai servizi sanitari (il 24% in più rispetto alla popolazione generale), una probabilità del 33% superiore di subire interruzioni terapeutiche e prescrittive e maggiori problemi di lavoro con un rischio di perderlo superiore del 12%".
Questi i dati emersi da uno studio pubblicato su The British Journal of Psychiatry, che sottolinea ancora una volta come la
pandemia abbia impattato notevolmente su salute e qualità di vita dei più fragili con disagio psichico, inasprendo le
disuguaglianze.

"La pandemia rischia di fare da apripista a una crisi globale della salute mentale che investirà anche le generazioni future con ricadute a lungo termine - affermano di Giannantonio e Zanalda - Per questo è importante intercettare e cavalcare i
segnali di speranza che arrivano dalla possibilità di uscire dall'incubo Covid attraverso il vaccino. Lo conferma uno studio di
recente pubblicato sulla rivista Plos One e condotto presso il centro di Economia e Ricerca Sociale dell'Università della
California Meridionale che mostra che coloro che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino si dicono più ottimisti nei confronti del futuro, con conseguente diminuzione dell'ansia e della depressione percepita".

Fonte: http://direnl.dire.it/psicologia/anno/2021/ottobre/12/index.php

Photo by Maksim Goncharenok from Pexels.

Ascolto, orientamento e informazione per i
Problemi di
Salute Mentale
crossmenuchevron-down linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram